Isra Mart notizze: Finanziaria contro l’Energy Revolution in Europa
Un Luglio verde a Bruxelles, dove nella giornata dell’8 è stato esposto il rapporto Energy [R]evolution per l’Europa promosso da Greenpeace e Erec(European Renewables Energy Council) . Questo studio ci da una valutazione onesta di un possibile sviluppo delle energie alternative nell’ottica dei prossimi 40 anni. Infatti, mostra come sia possibile un taglio del 95% delle emissioni di anidride carbonica nel 2050, eliminando il ricorso al nucleare e slegando la comunità europea dalla schiavitù dei combustibili fossili.
Questo porterebbe ad ottenere in quell’anno il 92% degli usi energetici totali e il 97% dell’elettricità da fonti rinnovabili. Un sogno? No una realtà che si ottiene utilizzando delle tecnologie di risparmio energetico, proponendo idee adeguate in campo di progettazione urbana, facendo un uso corretto delle energie di riscaldamento basate su fonti rinnovabili dal fotovoltaico all’eolico, sfruttando le ferrovie e diminuendo i trasporti su gomma e tante altre piccole e grandi strategie che aiuterebbero a contenere l’inquinamento globale. L’aspetto negativo iniziale dell’aumento dei costi dell’elettricità verrebbe soppiantato dai risparmi sui consumi delle fonti fossili, rendendo l’Italia un paese veramente competitivo a livello internazionale.
Tremonti non la pensa proprio così, scrollandosi di dosso le ire della Prestigiacomo ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, la quale ha chiesto più volte di non intervenire così drasticamente in questo settore. Sembra ridicolo che nella Finanziaria si parli appunto di competitività, quando questa sembra una manovra che mette nell’angolo l’ambiente, la ricerca e le energie rinnovabili, non solo con l’articolo 45 sui certificati verdi e con il taglio del 50% ai parchi pubblici, bensì dimenticando gli impegni assunti durante il G8, tagliando i fondi della finanziaria 2007 al fondo rotativo per Kyoto, proprio nell’anno mondiale della biodiversità, nonostante le scadenze internazionali come il Countdown 2010 e tagliando l’aiuto pubblico a favore dei paesi in via di Sviluppo.
Ci si chiede il motivo reale del perché dovrebbero essere destinati 1 miliardo e 564 milioni circa di euro per la costruzione di nuove infrastrutture e non si proporrà nulla per la sicurezza delle ferrovie e a quella stradale. All’ambiente andranno circa 276 milioni di euro, ma verranno marginalizzati tutela e controlli ambientali e tutti i principali enti di ricerca e prevenzione come WWF, Legambiente, LIPU e tanti altri, i quali hanno chiesto di guardare con riguardo agli Enti Parco già vittime di numerosi tagli precedenti e di preservare la ricerca ambientale promuovendo altre misure economiche.
Fuori dall’Europa, non ci rimane che confidare nella biodegradabilità di un governo che ci porta istituzionalmente in alto mare e non prende ancora una volta, doverose posizioni contro le ecomafie.