Tuesday, July 27, 2010

ISRA-MART SRL: Ecodom, mai così bene il riciclo dei RAEE

www.isra-mart.com
Isra Mart srl notizze:
Ecodom, mai così bene il riciclo dei RAEE

Il suo impegno ha portato, solo nel 2009, a raccogliere 76.000 tonnellate di RAEE e riciclare ben 65.000 tonnellate di materiali. Sono gli ottimi risultati raggiunti da Ecodom, il consorzio italiano che recupera e dà nuova vita ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche grazie a un mix di alta tecnologia e innovazione messe a servizio dell’ambiente
riciclo

Il loro corretto smaltimento può evitare di disperdere nell’ambiente sostanze altamente inquinanti e permettere di recuperare materiali da destinare a un nuovo ciclo di vita. Sono i RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che vengono raccolti e trattati in modo specifico da consorzi come Ecodom – Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici. Ad un mese dall’entrata in vigore del Decreto Uno contro Uno, abbiamo intervistato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom, per capire a che punto è l’Italia nella raccolta e nello smaltimento di queste apparecchiature e quali saranno gli obiettivi per i prossimi anni.

Sofia Capone: Ecodom è stato costituito nel 2004 su base volontaria dai principali produttori di grandi elettrodomestici. In quasi sei anni di attività avete raggiunto risultati importanti. Come è nata l’idea di fondare questo consorzio e quali sono state le sue tappe di sviluppo più importanti?

Giorgio Arienti: Il Decreto Legislativo 25 luglio 2005 n. 151 prevede che la gestione dei RAEE storici provenienti dai nuclei domestici debba avvenire in forma collettiva. I produttori devono quindi associarsi ad un Sistema Collettivo. Ad oggi si contano in Italia quindici Sistemi Collettivi, differenti per numero di aziende produttrici aderenti, per quota di mercato rappresentata, per forma giuridica e per tipologia di RAEE trattati. I più importanti produttori di elettrodomestici operanti nel mercato italiano si sono mossi in anticipo rispetto al Decreto 151: già alla fine del 2004, infatti, in vista del recepimento in Italia della Direttiva Europea 2002/96, hanno dato vita a Ecodom. La specializzazione nel trattamento dei grandi bianchi e degli scalda acqua è stata diretta conseguenza della volontà del Consorzio di focalizzare la propria expertise, garantendo la qualità del trattamento e l’efficienza operativa nella gestione dei RAEE. Questa volontà è stata espressa in modo chiaro nella mission di Ecodom: “coniugare l’eccellenza nella tutela dell’ambiente con l’efficienza nei processi di trattamento dei RAEE”. Attualmente Ecodom ha 34 consorziati, che rappresentano una quota di mercato del 61% per il Raggruppamento R1 (frigoriferi, climatizzatori, scalda-acqua) e del 67% per R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe). Per quanto riguarda i RAEE dei Raggruppamenti R1 e R2, perseguire l’eccellenza nella tutela dell’ambiente significa ottenere significative riduzioni delle emissioni clima-alteranti, di quelle ozono-lesive nonché dell’energia necessaria all’ottenimento delle materie prime. A causa dei ritardi nell’emanazione dei Decreti attuativi previsti dal D. Lgs. 151 /2005, l’operatività di Ecodom (così come quella di tutti gli altri Sistemi Collettivi italiani) ha avuto inizio il 1° gennaio 2008. Sempre nel 2008 Ecodom ha gestito 30.500 tonnellate di RAEE, che sono diventate 76.000 nel 2009 (pari a quasi il 40 %, in termini di peso, di tutti i RAEE prodotti in Italia); la previsione per il 2010 è pari a oltre 90.000 tonnellate.

Giorgio Arienti, EcodomS.C.: Ingegner Arienti cosa produce, invece, uno smaltimento non corretto dei RAEE?
G.A.: Un trattamento non corretto, oltre al mancato riciclo delle materie prime (vetro, plastiche e metalli come ferro, rame, acciaio, ghisa e alluminio) causa la dispersione di sostanze con un forte impatto ambientale. È il caso dei clorofluorocarburi (CFC) e degli idroclorofluorocarburi (HCFC), gas ozono-lesivi presenti nei circuiti refrigeranti e nelle schiume isolanti dei frigoriferi, congelatori e condizionatori di vecchia generazione, ma anche dei condensatori, degli interruttori al mercurio e delle componenti cromate contenuti in gran parte degli elettrodomestici più comuni.

S.C.: Da due anni avete introdotto per la prima volta in Italia una procedura di audit per il monitoraggio delle performance ambientali degli impianti di trattamento dei RAEE. Di che cosa si tratta?
G.A.: I RAEE del Raggruppamento R1 (frigoriferi, condizionatori e scaldacqua), hanno una più alta criticità in termini d’impatto ambientale, perché durante le operazioni di trasporto, stoccaggio e soprattutto di trattamento possono rilasciare in atmosfera gas ozono-lesivi (CFC-HCFC). Per questo fin dall’inizio Ecodom ha ritenuto indispensabile selezionare gli impianti di trattamento di R1 non solo in base a valutazioni economiche, ma soprattutto verificandone la capacità di rispettare quanto richiesto dalla Legge in tema di estrazione e smaltimento dei gas ozono-lesivi. Nella primavera 2008 il Consorzio ha dunque messo a punto una rigorosa procedura di misurazione della “qualità” del trattamento dei RAEE – audit – in accordo con le metodologie sviluppate dalla società svizzera Roos+Partner AG per conto di WEEE Forum (l’organismo che raggruppa i quaranta più importanti Sistemi Collettivi europei), di CECED (Associazione Europea Produttori di Elettrodomestici) e EERA (Associazione Europea delle Imprese di Trattamento) e già utilizzate in molti Paesi europei. Nel 2008 ha sottoposto a audit 14 impianti di trattamento italiani (12 fornitori di Ecodom più altri 2 interessati a verificare le proprie performance in vista di una futura collaborazione con il Consorzio).

S.C.: Quali sono state le fasi di questa misurazione e quali risultati ha prodotto?
G.A.: Presso ciascun impianto sono state misurate le quantità di gas estratto dal circuito refrigerante (su un lotto di 100 frigoriferi) e di gas estratto dalle schiume isolanti (su un lotto di 1000 frigoriferi). Mentre nella fase di estrazione del gas dal circuito refrigerante non si sono riscontrate criticità particolari, nell’estrazione del gas dalle schiume i risultati ottenuti nel primo audit non sono stati troppo positivi: rispetto a un massimo teorico di circa 85 grammi di CFC per ogni kg di schiuma, il miglior impianto italiano ha raggiunto i 40 grammi, il peggiore meno di 10 grammi e la media si è attestata sui 20 grammi per kg di schiuma. Per il 2009 Ecodom ha quindi assegnato come obiettivo a tutti i propri fornitori il raggiungimento della migliore performance ottenuta nell’audit 2008: 40 grammi di CFC per kg di schiuma, come evidenziato nel seguente grafico. Inoltre, per verificare quanto CFC è effettivamente presente nei frigoriferi italiani a fine vita, Ecodom ha fatto trattare un lotto di 1000 frigoriferi provenienti da tutta l’Italia ad un impianto estero, in grado di superare il target di 76,5 grammi di CFC per kg di schiuma (ovvero il 90% degli 85 g di CFC teoricamente presenti). Nel test effettuato sui frigoriferi “italiani” tale impianto ha recuperato circa 66 grammi di CFC per kg di schiuma, cioè il 65% in più di quanto ottenuto dal miglior impianto italiano nell’audit del 2008. Per il 2010 Ecodom ha quindi assegnato come obiettivo da raggiungere a tutti gli impianti dei propri fornitori il recupero di 60 grammi di CFC per kg di schiuma.lavorazione dei RAEE di Ecodom

S.C.: Dopo una fase di sperimentazione nel 2009, avete annunciato che entro quest’anno tutti gli impianti che collaborano con Ecodom adotteranno il RepTool, un software per il calcolo e il monitoraggio dei risultati di riciclo e recupero dei RAEE. Come funziona RepTool e perché è considerato un innovativo strumento di reportistica?
G.A.: Il WEEE Forum, l’organismo costituito dai più importanti Sistemi Collettivi che si occupano della gestione dei RAEE in Europa, ha sviluppato RepTool, un software web-based per il calcolo e il monitoraggio dei risultati di riciclo e recupero dei RAEE ottenuti dagli impianti di trattamento. Il raggiungimento di livelli di riciclo e di recupero energetico (espressi in percentuale sul peso dei rifiuti trattati) specifici per ciascuna tipologia di RAEE, è infatti un obbligo previsto dalla Direttiva Europea 96/2002. RepTool rappresenta dunque un innovativo strumento di reportistica perché si avvale di una modalità univoca per il calcolo delle percentuali di riciclo e recupero, attraverso una comune definizione dei processi e classificazione delle tecnologie utilizzate. Grazie a RepTool sono state analizzate e descritte le diverse metodologie di trattamento dei RAEE, elencando in maniera esaustiva le possibili frazioni in output e i loro utilizzi finali (riciclo, recupero di energia, smaltimento ecc.). RepTool rende confrontabili tra loro non solo i risultati ottenuti dai diversi impianti, ma anche quelli ottenuti dai Sistemi Collettivi che lo utilizzano. Se fosse adottato da tutti gli Stati membri, potrebbe permettere di rendicontare alle autorità comunitarie i risultati del trattamento in modo omogeneo; attualmente già sedici Sistemi Collettivi in Europa utilizzano RepTool.

S.C.: Avete da poco presentato il vostro secondo rapporto di sostenibilità ambientale. Qual è il bilancio che si sente di fare guardando ai dati che avete raccolto?
G.A.: L’edizione 2009 del Rapporto di Sostenibilità di Ecodom si caratterizza per una maggiore aderenza agli standard internazionali di riferimento, le linee guida della Global Reporting Iniziative (GRI), e quindi per un aumento degli indicatori di performance considerati. Abbiamo cercato di rendicontare in modo trasparente, rigoroso e completo la nostra attività sia dal punto di vista ambientale, che da quello economico, che da quello sociale. Questo ci ha permesso di allinearci ai criteri di misurabilità adottati a livello internazionale e renderci così confrontabili con le realtà più virtuose del settore. Tra i dati più significativi ci sono quelli relativi al riciclo: dalle 76.000 tonnellate di RAEE trattate sono state riciclate oltre 65.000 tonnellate di materiali, di cui quasi 50.000 tonnellate di ferro (pari alla struttura del Golden Gate di San Francisco), 2.500 tonnellate di alluminio (quantità necessaria alla realizzazione di circa 180 milioni di lattine), quasi 1.500 tonnellate di rame (pari a 1.000 km di canali per tetti) e 7.000 tonnellate di plastica (con le quali si potrebbero realizzare 2 milioni di sedie da giardino). L’utilizzo di queste materie prime riciclate ha comportato un risparmio energetico pari a 1.450.000 GJ, pari al consumo elettrico annuo di circa 100.000 famiglie. Un altro dato significativo è il bilancio complessivo delle emissioni da gas serra, calcolato paragonando le emissioni che si avrebbero nei seguenti due scenari: produzione di materie prime ex novo e abbandono dei RAEE senza alcun trattamento o corretto trattamento dei RAEE con produzione di materie prime seconde e intercettazione dei gas clima-alteranti. Il secondo scenario rappresenta l’attività svolta da Ecodom. Dal bilancio risulta che nel 2009 Ecodom ha complessivamente evitato emissioni per circa 1.396.000 tonnellate di CO2. In altri termini, il beneficio derivante dal trattamento dei RAEE effettuato da Ecodom nel 2009 equivale alla potenziale creazione di un bosco grande quanto l’intera provincia di Milano.

Trattamento Raee EcodomS.C.: Lo scorso 18 giugno è entrato in vigore il decreto “Uno Contro Uno”. Quali sono stati i primi risultati in termini economici ed ambientali dell’applicazione di questo decreto?
G.A.: L’entrata in vigore dell’obbligo di ritiro 1 contro 1 da parte dei negozianti è certamente un fatto importante, sia perché offre ai cittadini un’ulteriore modalità per attuare un comportamento ambientalmente corretto, sia perché completa anche in Italia la costruzione di un modello virtuoso che ha già dimostrato in molti altri Paesi europei la sua efficacia. Al momento, tuttavia, è ancora presto per qualsiasi valutazione in merito: credo che occorrerà attendere la fine del 2010 prima di poter iniziare a capire benefici, criticità e prospettive di questa nuova modalità di raccolta dei RAE.