Friday, July 30, 2010

ISRA-MART SRL: Las plantas fotovoltaicas irregulares tendrán que devolver las primas

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Las plantas fotovoltaicas irregulares tendrán que devolver las primas


Como ya adelantó Energías Renovables el pasado 16 de junio, las instalaciones fotovoltaicas inscritas de forma irregular en el Real Decreto 661/2007 tendrán que devolver las primas recibidas hasta ahora, serán expulsadas del sistema de subvenciones y se enfrentarán a sanciones administrativas y penales, según fuentes del Ministerio de Industria, que dan por hecho la aprobación mañana de un real decreto que contempla estas medidas.

Distintas fuentes informan hoy que el borrador del Real Decreto que se aprobará mañana en Consejo de Ministros ofrece a los titulares de plantas irregulares la posibilidad de pasar de forma voluntaria al régimen retributivo que realmente les corresponde, mucho menos beneficioso, para evitar las sanciones.

Las inspecciones realizadas hasta ahora por la Comisión Nacional de Energía (CNE) demostraron que algunas de las instalaciones que se inscribieron en las últimas semanas de vigencia del Real Decreto 661/2007 no estaban conectadas a la red en esa fecha, un requisito que era necesario para acogerse a su retribución.

El real decreto que Industria trasladará mañana al Consejo de Ministros prevé investigar en una primera fase si cerca de 800 MW sospechosos de estar en condiciones irregulares merecen seguir recibiendo prima. La inspección correrá a cargo de la CNE.

Fuentes de Industria, que adelantan la aprobación mañana del real decreto, recuerdan que aquel cambio regulatorio creó un “efecto llamada” y un “aluvión” de nuevas plantas, muchas de ellas irregulares, y aseguran que la Secretaría de Estado de Energía se ha propuesto como “prioridad” acabar con los posibles fraudes realizados.

El regulador pedirá a las plantas sospechosas documentos de aduanas, facturas, certificados de instalación, fotografías o cualquier documento que pueda demostrar que la planta funcionaba correctamente en el momento de su inscripción.

Desde la apertura del expediente, la CNE tendrá 45 días para solicitar los documentos, y el promotor otros dos meses para presentarlos. Si se demuestra la irregularidad de la planta, y sin perjuicio de otras medidas administrativas o incluso penales, al propietario se le retirará la prima y se le retribuirá en el mercado, como si fuese una instalación eléctrica convencional.

Además, se le obligará a devolver con intereses de demora todas las primas recibidas desde septiembre de 2008 y, si desea regresar al sistema de subvenciones, tendrá que ponerse el último en la cola de aspirantes al prerregistro de asignación, lo que podría obligarle a esperar entre tres o cuatro años. A estas plantas irregulares se las inscribirá en una subsección nueva del prerregistro, que será pública.

El dinero que se recaude con las devoluciones de primas pasará a la caja única de la CNE, con la que se financian costes regulados como transporte, distribución y las propias primas, de modo que podrá repercutir en una contención del déficit de tarifa.

ISRA-MART SRL: Container per immagazzinare l’energia solare

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Container per immagazzinare l’energia solare

Nuovi partner per il progetto Solion. Saft firma un accordo con Acciona Energia della durata di tre anni per testare nuovi sistemi di stoccaggio energetico

Germania, Francia e ora anche Spagna: il progetto Solion continua a crescere e convincere delle sue possibilità in ambito energetico. Nato nel 2009 all’interno del cluster Eurogia+, Solion si propone di sviluppare un innovativo sistema di rete integrato, modulare e multifunzionale per sistemi fotovoltaici ed eolici di piccola taglia, comprendente anche le operazioni di stoccaggio e controllo dell’energia prodotta.
Coordinatrice del progetto la francese Saft che ha annunciato in questi giorni un contratto di tre anni con Acciona Energia SA; si tratta all’attivo del primo partner spagnolo ad entrare nell’impresa che già conta le tedesche Conergy e ZSW e la francese Tenesol. I termini del nuovo accordo prevedono che Saft sviluppi per l’impianto fotovoltaico di Tudela (Spagna) un sistema di batterie agli ioni di litio modulare, da alloggiare all’interno di un container progettato per applicazioni industriali; il container in questione include sistemi di controllo attivo della temperatura e un sistema antincendio oltre ad essere facilmente scalabile e ad avere la capacità di interfacciarsi con i dispositivi di conversione energetica già esistenti.
Ad Acciona Energia, invece, spetterà il compito di elaborare nuovi sistemi di controllo e di fornire servizi aggiuntivi come il miglioramento della stabilità di rete e l’esecuzione del backup di sicurezza elettrica.
“Con il sempre crescente contributo delle energie rinnovabili nel nostro mix energetico, – ha commentato Miguel Arraras, direttore della sezione Sviluppo Fotovoltaico del gruppo spagnolo – è di cruciale importanza migliorare il comportamento elettrico degli impianti “verdi”. La decisione di lavorare con Saft su questo progetto è stata una scelta naturale”. Come parte del sistema, Saft sarà in grado di offrire al cliente 1,1 MW di potenza fino a 1000 V.

ISRA-MART SRL: India e Regno Unito alleati contro i cambiamenti climatici

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India e Regno Unito alleati contro i cambiamenti climatici

Siglato un accordo di cooperazione tra le due nazioni per sviluppare impianti di produzione di energia da fonti pulite e per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici a livello globale

Dopo il via libera, domenica scorsa, alla realizzazione dei primi obiettivi della sua Solar Mission, che la porterà a produrre 1.000 MW di energia da fonte solare entro il 2013, l’India ha annunciato di voler collaborare con il Regno Unito anche nella lotta ai cambiamenti climatici. I due Paesi, infatti, hanno siglato un accordo di collaborazione non solo per contrastare gli effetti delle attività umane sull’aumento di temperatura del pianeta ma anche nel campo della ricerca e dello sviluppo di progetti di produzione energetica pulita. Nonostante le divergenze mostrate dalle due nazioni durante i negoziati globali sul clima, quello annunciato ieri è un accordo importante, come ha sottolineato il Ministro per il Clima e l’Energia del Regno Unito Gregory Barker che ha sottolineato come la partnership con l’India sia un passo significativo anche per attrarre investimenti esteri in entrambe le nazioni.
I ministri di India e Regno Unito hanno firmato un accordo sulla condivisione delle competenze in materia di efficienza energetica con il Bureau of Energy Efficiency. “Entrambe le nazioni – ha sottolineato Barker – stanno cercando di virare verso un’economia sostenibile a basse emissioni di carbonio.” Il ministro inglese, che ha incontrato ieri un gruppo di imprenditori indiani, ha poi aggiunto: “Il settore privato può colmare il gap esistente tra finanza pubblica e investimenti richiesti per la lotta ai cambiamenti climatici anche in Paesi meno sviluppati”.

ISRA-MART SRL: EDC, il nostro impegno a favore di geotermia ed eolico

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EDC, il nostro impegno a favore di geotermia ed eolico

805 milioni di dollari destinati a progetti geotermici da 230 MW di capacità totale e altri 232 milioni per 86 MW di parchi eolici. I progetti della EDC ruotano intorno alle rinnovabili

Il maggiore produttore di energia da fonte geotermica delle Filippine ha annunciato un nuovo piano di sviluppo che includerà la realizzazione di diverse strutture per una capacità di 230 MW geotermici. A riferirlo è lo stesso presidente della società energetica EDC (Energy Development Corporation), Richard Tantoco.
Con 1,2 GW di capacità la EDC rappresenta attualmente il 60% del geotermico istallato nel paese e grazie all’annunciato investimento da un miliardo di dollari sarà possibile ristrutturare gli impianti che risultano oggi obsoleti, procedendo nel contempo alla creazione di nuove strutture. La somma stabilita servirà anche a riportare in attività e migliorare l’efficienza della centrale idroelettrica da 122 MW di Nueva Ecija, di cui la società è proprietaria.
L’impegno della EDC non si ferma qui. I piani di sviluppo fanno trapelare l’intenzione di investire nell’eolico; per questo la società è attualmente in cerca di un finanziamento da 150 milioni di dollari per la realizzazione di un parco del vento da 86 MW a Burgos. Obiettivo dell’azienda è quindi l’aumento della propria capacità di generare energia da fonte rinnovabile arrivando dagli attuali 1,32 GW a 1,54 GW istallati entro 5 anni a partire dall’inizio degli interventi previsto per il 2011, ha riferito Tantoco.
Secondo produttore mondiale di energia geotermica al mondo le Filippine, grazie ai suddetti interventi, acquisteranno ancora maggiore autorevolezza nel settore delle ecoenergie.

ISRA-MART SRL: Onu: 200 mila dollari per un’innovativa “green idea” dedicata al Sud del Mondo

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Onu: 200 mila dollari per un’innovativa “green idea” dedicata al Sud del Mondo

Torna per l’edizione 2011 il riconoscimento creato per alimentare l’innovazione e la ricerca di soluzioni verdi sul fronte delle sfide ambientali e di sviluppo

Progetti ad alta sostenibilità cercasi. Il programma ambientale dell’Onu, l’Unep, in collaborazione con la Nippon Foundation ha lanciato ufficialmente la nuova edizione del Sasakawa Prize il riconoscimento nato per premiare il progetto più innovativo in ambito ambientale da destinare ai paesi in via di sviluppo. In attesa che il 2011 incoroni il vincitore dei 200 mila dollari in palio, durante la cerimonia di apertura l’Unep ha ricordato lo spirito e il nuovo tema della competiton che si ricollega a quello scelto per il 2011 dal programma ambientale delle Nazioni Unite, ossia le foreste.
Sotto lo slogan “Forests for People, Forests for Green Growth” si richiama dunque, ancora una volta, l’attenzione di quanti intendono dare un contributo alla protezione e alla gestione dell’ambiente e allo sviluppo sociale. Di particolare interesse per la giuria saranno i progetti che: promuovono la conservazione e gestione sostenibile delle foreste; contribuiscono ad una riduzione significativa delle emissioni di carbonio causate dalla deforestazione; si prendono cura degli ecosistemi forestali al fine di migliorare la resilienza al cambiamento climatico; sostengano lo sviluppo tra le comunità che dipendono dalla foresta; conservino la biodiversità. Si dovrà trattare, specificano gli organizzatori, di idee facilmente replicabili e scalabili.
Le candidature saranno accettate fino al 30 settembre 2010; il vincitore riceverà il prestigioso premio durante una cerimonia speciale che si terrà in occasione della riunione del Consiglio di amministrazione dell’UNEP il 21-25 febbraio 2011 a Nairobi, in Kenya.

ISRA-MART SRL: L’alternativa al diving? Il sottomarino elettrico personalizzato

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L’alternativa al diving? Il sottomarino elettrico personalizzato

Una compagnia americana ha messo in vendita un piccolo sommergibile elettrico, alimentato da batterie da 120 e 24 volt, in grado di navigare in autonomia per 6 ore a una profondità di 300 metri

Vorreste provare l’emozione di esplorare le grandi profondità marine ma non avete a disposizione un sottomarino? Ora il vostro sogno potrebbe realizzarsi. Basta avere a disposizione circa 2 milioni di dollari e potrete acquistare un vero sottomarino elettrico ricaricabile. A pensare di mettere in vendita questo sommergibile elettrico è stata la compagnia americana Hammacher Schlemmer che, tra i tanti oggetti curiosi acquistabili on line, ha messo in vendita questo piccolo sottomarino capace di navigare ad una profondità di 1000 piedi (300 metri) con un’autonomia massima di circa 6 ore. Il piccolo “taxi” subacqueo ha un peso di tre tonnellate e, al suo interno non potevano mancare tutte le “comodità”: radio VHF, barometro, termometro, igrometro, oltre a indicatori di profondità, bussole e misuratori di pressione magnetici e un ricevitore GPS. E per immortalare con foto e video coralli, pesci esotici e un panorama mozzafiato anche in profondità il sommergibile è stato dotato anche di una piccola cupola trasparente dal diametro di circa un metro e mezzo e di quattro lampade alogene da 150 watt per illuminare l’esterno. Il curioso mezzo della Hammacher Schlemmer può viaggiare a una velocità massima di tre nodi, alimentato da batterie da 120 e 24 volt. Il sottomarino è guidato da quattro propulsori elettrici che forniscono la pressione verso la parte anteriore e posteriore (controllo direzionale) e laterale (inferiore e superiore), tutte controllate da un joystick che permette un corretto posizionamento del mezzo rispetto alla natura del sito visitato.

ISRA-MART SRL: Rinnovabili, il PAN italiano finalmente arriva a Bruxelles

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Rinnovabili, il PAN italiano finalmente arriva a Bruxelles

La Direzione Generale energia nucleare, energie rinnovabili e efficienza energetica, del Dipartimento Energia del Ministero dello Sviluppo Economico rende noto d’aver inviato alla Commissione Europea il Piano di Azione Nazionale italiano
Il Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili dell’Italia è stato inviato a Bruxelles

Il ritardo non è affatto trascurabile. Si sono dovuti attendere ben 29 giorni dopo la data fissata da Bruxelles, ma, finalmente, il Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili dell’Italia è stato inviato ai quartieri generali dell’Unione Europea. Una ‘lentezza’ a dire il vero riscontrata in molti dei 27 Stati Membri che lo scorso 30 giugno avrebbero dovuto far recapitare alla Commissione Europea le proprie strategie nazionali in rapporto all’obiettivo comunitario della ‘quota rinnovabili’ nei consumi energetici.
Per ciò che concerne l’Italia il PAN è stato spedito oggi dalla Direzione Generale energia nucleare, energie rinnovabili e efficienza energetica dell’MSE all’Esecutivo Ue al termine di un’ampia consultazione pubblica che ha visto coinvolti sia soggetti istituzionali, che associazioni ambientaliste e di categoria.
Il piano fornisce una panoramica della politica nazionale in materia di energie pulite, descrivendo obiettivi come la sicurezza dell’approvvigionamento, i benefici socioeconomici e ambientali, e le principali linee di azione strategica che mireranno a raggiungere, entro il 2020, quel 17% green che il nostro Paese dovrà coprire nei consumi finali di energia. E prendendo a riferimento lo ‘scenario efficienza energetica supplementare’ (SEES), questo significa che nel 2020 il consumo finale di energie rinnovabili dovrà attestarsi a 22,62 Mtep su un valore totale di 133,0 Mtep.
“Obiettivi e misure – si legge nel documento – potranno confluire nella Strategia energetica nazionale, per la cui definizione è prevista una Conferenza nazionale sull’energia e l’ambiente, che sarà occasione anche per stabilire un ampio confronto con le diverse entità territoriali. Specificamente per le rinnovabili, la legge 13/09 prevede che gli obiettivi comunitari circa l’uso delle energie rinnovabili siano ripartiti, con modalità condivise, tra le regioni italiane”.

Specificatamente alle rinnovabili per usi termici il Piano ricorda i diversi strumenti promozionali esistenti a livello nazionale: l’obbligo per i nuovi edifici, non ancora pienamente operativo, di copertura di una quota (50%) dei fabbisogni di energia per la produzione di acqua calda sanitaria mediante eco-energie, nonché dell’uso d’impianti a fonti rinnovabili per la produzione elettrica; le agevolazioni fiscali per gli utenti allacciati alle reti di teleriscaldamento da fonte geotermica o biomasse; il meccanismo dei titoli di efficienza energetica, cui possono accedere tecnologie quali gli impianti solari termici, le caldaie a biomassa e le pompe di calore, anche geotermiche; l’assenza di accisa per le biomasse solide alimentanti le caldaie domestiche; le detrazioni fiscali del 55% delle spese sostenute per l’installazione di pompe di calore, impianti solari termici, impianti a biomassa (per ora fino a tutto il 2010).

Nel settore trasporti si ricorda che il principale strumento previsto dalla legislazione italiana è rappresentato dall’obbligo di immettere in consumo una determinata quota di biocarburanti (biodiesel, bioetanolo e i suoi derivati, ETBE e bioidrogeno), calcolata come percentuale del tenore energetico totale del carburante tradizionale immesso in rete l’anno precedente. Il valore verrà aumentato nel tempo, nel rispetto delle condizioni di sostenibilità e con attenzione allo sviluppo di biofuel di seconda e terza generazione, nonché alla loro sostenibilità sociale.
“Inoltre si introdurranno misure volte a sostenere l’impiego in extra-rete di biodiesel miscelato al 25% (ad esempio nelle flotte di trasporto pubblico) e si procederà, anche con norme nazionali, alla revisione delle norme tecniche per un graduale aumento della percentuale miscelabile in rete”.

Sul fronte della produzione elettrica sono stati proposti alcuni interventi al fine di incrementare la quota di energia prodotta, rendendo più efficienti gli strumenti di sostegno ed evitando una crescita parallela della produzione e degli oneri d’incentivazione, come ad esempio l’introduzione di eventuali strumenti di stabilizzazione della quotazione dei certificati verdi, come una “banda di oscillazione” del prezzo, che possano dare più certezza agli investitori e consentire una migliore programmabilità delle risorse e degli impatti sul sistema di prezzi e tariffe; o ancora, per le biomasse e i bioliquidi la possibile introduzione di priorità di destinazione a scopi diversi da quello energetico e, qualora destinabili a scopo energetico, discriminazione tra quelli destinabili a produzione di calore o all’impiego nei trasporti da quelli destinabili a scopi elettrici, per questi ultimi favorendo in particolare le biomasse rifiuto, preferibilmente in uso cogenerativo.

Thursday, July 29, 2010

ISRA -MART SRL: California, soluzioni plug-in in fiera a San Josè

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California, soluzioni plug-in in fiera a San Josè

Cresce l’impegno a favore della diffusione della mobilità elettrica e delle soluzioni per la facilitazione e la velocizzazione della ricarica. La Schneider Electric presenta le proprie innovazioni nell’ambito della Plug-in Conference
plug-in

La mobilità elettrica sta diventando una realtà sempre più presente e a rafforzarne l’identità arriva l’annuncio della Schneider Electric, società specializzata in tecnologie del settore. Leader a livello mondiale la Schneider punta alla definizione di un piano olistico e completo di soluzioni di ricarica per veicoli a batteria comprese infrastrutture, sistemi di integrazione alle smart grid e servizi di gestione come stimolo per una diffusione veloce e capillare della mobilità a zero emissioni.
In occasione della conferenza Plug-in 2010, la cui conclusione è prevista in serata nella città californiana di San Josè, dopo tre giorni di incontri l’azienda ha presentato nuove stazioni di ricarica in grado di offrire un servizio veloce ed efficace. Adatte all’istallazione domestica, sia in singoli abitazioni, ad esempio nei garage privati, sia all’interno di complessi residenziali. Alcune delle colonnine sono invece concepite per il posizionamento in luoghi pubblici come parcheggi di centri commerciali e silos di sosta. Oltre ai dispositivi standard sono stati mostrati punti di ricarica veloce, adatti ai viaggiatori che, dovendo percorre lunghe distanze, hanno bisogno di ricaricare il veicolo in poco tempo.
Secondo quanto dichiarato nello scorso aprile la società consegnerà presto alla città di Strasburgo 135 caricatori plug-in per l’alimentazione di veicoli ibridi forniti dalla Toyota.
“Come specialista globale nella gestione dell’energia, Schneider Electric intende essere un leader in questo mercato emergente e giocare un ruolo chiave nell’aiutare i nostri clienti a massimizzare la ricaricare di energia per il proprio veicolo elettrico” ha specificato Allen Breeze, Vice Presidente Senior della Schneider Electric. “Con le nostre competenze in campo energetico e le nostre forti relazioni con le aziende, Schneider Electric è in grado di fornire soluzioni complete per la carica di EV (electric vehicle) innovativi, sicuri, affidabili ed efficienti”.

ISRA -MART SRL:Vacanze da sogno nel villaggio bioclimatico di Tenerife

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Vacanze da sogno nel villaggio bioclimatico di Tenerife

Sull’isola di Tenerife sta per essere inaugurato un villaggio vacanze bioclimatico con 25 appartamenti che, oltre a ospitare i turisti, saranno piccoli laboratori di rilevazione dell’efficienza energetica di ogni edificio
Villaggio Bioclimatico Tenerife

Spiagge bianchissime, mare trasparente ma soprattutto un intero villaggio bioclimatico a disposizione. L’isola di Tenerife è pronta a offrire a turisti e a qualche fortunato residente 25 alloggi bioclimatici. A realizzare questo progetto che, a detta dei promotori, sarebbe il primo villaggio vacanze bioclimatico di questo genere al mondo, è stato l’ITER – Instituto Tecnológico y de Energías Renovables – che, su un’area di sua proprietà ha progettato e ha fatto realizzare questi alloggi per le vacanze. Case che sono state costruite ognuna in uno stile differente e che rappresentano un vero e proprio esperimento di sostenibilità. Le abitazioni che stanno per essere completate sono consultabili anche attraverso una mappa interattiva messa a disposizione sul sito dell’Istituto.
Le case saranno completamente autosufficienti dal punto di vista energetico e sono state realizzate con il duplice scopo di essere non solo delle raffinate case per le vacanze ma anche dei micro laboratori scientifici, con sensori che rilevano e trasmettono costantemente informazioni su temperatura, umidità e flusso dell’aria. Dati che poi vengono analizzati dai ricercatori dell’ITER per verificare quale di queste abitazioni si rivela essere la più efficiente dal punto di vista energetico. Un progetto, quello del villaggio bioclimatico, che è stato realizzato dopo che il presidente della regione Ricardo Melchior Navarro aveva chiesto una maggiore tutela delle risorse naturali presenti nell’isola.
Dopo quindici anni di lavori e un costo totale pari a 10 milioni di euro, si prevede che le case verranno consegnate entro questo inverno. Ogni abitazione è stata disegnata da architetti provenienti da tutto il mondo e il bando per partecipare alla progettazione di questi edifici ha ricevuto circa 400 richieste di ammissione (da 38 paesi diversi) 25 delle quali sono state scelte e poi realizzate. Ogni casa è stata studiata per sfruttare una particolare posizione, un determinato spessore dei muri, ma anche l’orientamento verso il sole, i pannelli solari, piante, acqua e vento per il controllo della temperatura e per rispondere in completa autosufficienza ai propri bisogni di energia elettrica. Il villaggio è stato realizzato per ospitare macchine elettriche e bici. I prezzi però non sono decisamente a portata di tutte le tasche: per una notte in una casa con tre stanze da letto si possono spendere da 220 ai 280 euro.

ISRA -MART SRL: La Grecia è pronta ad investire 12 mld in ambiente rinnovabili

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La Grecia è pronta ad investire 12 mld in ambiente rinnovabili

Il ministro dell’ambiente ellenico ha annunciato l’importante piano di investimenti pubblico-privati del ‘Programma di sviluppo per l’economia reale’

Dodici miliardi di euro è quanto il Governo greco è intenzionato ad investire in campo ambientale ed energetico per i prossimi cinque anni, sfidando l’opprimente crisi economica che ha investito il paese e con l’obiettivo di rimettere in moto il settore occupazionale. Una cifra ragguardevole che servirà a sostenere diversi progetti dal campo delle fonti rinnovabili fino alla pianificazione urbana, ed in grado di attirare ulteriori investimenti provenienti da fondi privati, stimabili in ulteriori 32 miliardi. Si tratta del programma di sviluppo finalmente presentato in questi giorni dal governo dopo l’annuncio dello scorso giugno.
La speranza del ministro dell’ambiente greco, Tina Birbili, è che il piano riesca a stimolare la crescita economica a partire dalla creazione di 192.000 posti di lavoro e contribuendo a risaldare l’immenso debito pubblico dopo il 2012, data di scadenza per il contributo concesso dall’Unione Europea ad Atene.
“Il ministero – ha dichiarato Birbilli – spera che il programma contribuisca in modo decisivo per affrontare la recessione e a portare avanti una crescita dinamica”. Parte degli investimenti pubblici nell’ambito del piano, circa 7 miliardi di euro, sono destinati a “lifting urbani” come la creazione di nuovi sottopassaggi, parchi e aree pedonali con particolare attenzione alla capitale. Sono inclusi anche interventi significativi per migliorare l’ambiente urbano, come la riduzione del rumore e dell’inquinamento e lo sviluppo della mobilità sostenibile. Inoltre saranno promossi importanti investimenti nei servizi di riciclaggio e gestione dei rifiuti.
Tra i pilastri di intervento anche una serie di politiche incentrate sul miglioramento dell’efficienza energetica, aumentando il potenziale nazionale proveniente da fonti rinnovabili e gas, la sicurezza dell’approvvigionamento e promuovendo modelli ecologici produzione e consumo attraverso la “Green Procurement”.

ISRA -MART SRL: Con Fly.co.uk i voli aerei indicano la CO2 prodotta

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Con Fly.co.uk i voli aerei indicano la CO2 prodotta

Insieme a prezzo, destinazione e tasse, le informazioni relative ai voli conterranno una voce in più: la produzione di CO2. Cresce l’attenzione dei consumatori e il mercato si adegua
Mentre le compagnie aree cercano soluzioni antiemissioni aumentando la percentuale di biocarburanti per il rifornimento, c’è anche chi sta attento a calcolare quanto questi viaggi inquinino. I consumatori moderni puntano si al risparmio economico prenotando sempre più viaggi attraverso agenzie on-line ma si dimostrano al contempo sempre più attenti e rispettosi dell’ambiente.
Da adesso in poi però i viaggiatori potranno scegliere il proprio volo avendo a disposizioni ulteriori informazioni che vanno oltre il costo, la distanza e le tasse aeroportuali: potranno decidere con quale compagnia viaggiare sapendo quanta CO2 produrrà il volo scelto, anidride carbonica calcolata anche per singolo passeggero. Le società aree mettono a disposizione sul sito Fly.co.uk le informazioni relative alla tratte permettendo al consumatore una scelta che abbia anche un fondamento morale. Consultando le statistiche dei voli che hanno scelto di partecipare all’iniziativa si potrà viaggiare eco-informati.

Isra-Mart srl: Hackers shut down EU carbon-trading website

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Anti-carbon trading activists shut down the website of the European Climate Exchange (ECX), over the weekend, replacing the site with a spoof page lampooning the industry.

The website of the London-based carbon credit trading platform was hacked at close to midnight on Friday and showed the spoof homepage for around 22 hours. It then took technical staff another day to restore the official homepage.

Instead of its normal rolling ticker data listing bids for carbon credit futures, the ECX website blared: “Super promo – climate on sale: Guaranteed profit!”

Explaining the “carbon trade scam”, the spoof site decried how the EU’s flagship environmental policy is “susceptible to corporate lobbying,” offers industry “licences to pollute so they can continue business-as-usual,” and “generates outrageous profits for big industry polluters, investors in fraudulent offset projects [and] opportunist traders.”

On Saturday, shortly after the ECX website went down, activists announced their handiwork on a number of environmental discussion groups, saying: “In a public act of digital direct action, the ECX website was taken offline and replaced with our message in an effort to try to raise awareness about carbon trading as a dangerous false solution to the climate crisis.”

One of the activists responsible, from the online activist group, Decocidio, told the Guardian: “We feel the EU Emissions Trading Scheme is not well understood by the general public or even within the environmental movement. It is a major fraud touted by the mainstream media, politics, industry and lobbyists as the main solution.” The group is part of Earth First, a radical environmental protest organisation.

“Attempting to cause as much inconvenience, economical loss and image damage as possible, we deliberately tried to maximise the virtual damage,” said the hacker, who spoke on condition of anonymity.

A spokeswoman for the European Climate Exchange, Kelly Loeffler, said: “We have no comment relating to the incident as there is nothing to report publicly.”

The exchange was also targeted by activists from Climate Camp last summer. They dubbed it a “climate change casino”.

Damien Morris, of Sandbag, a self-described “critical friend” of the EU ETS said: “It’s very unfortunate that this sort of infighting over emissions trading has developed within the environmental movement, especially on the radical end,” he said. “There seems to be a large grassroots following and public presence of these sorts of ideas, but not at the more technical and realistic, solutions-focussed part of the movement.”

“There is certainly a place for criticism of the ETS, but the problem with those who disagree with carbon trading is that they oppose it in principle, not in practice. It’s a good idea when done properly. There are many problems with the ETS, but there is a clear pathway as to how it can be made more effective and robust.”

Isra-Mart srl: Australia shirks setting a price on carbon

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Australia will not bring in carbon trading until other major polluters do and even then only if there is popular support within the country for putting a price on carbon.

Prime Minister Julia Gillard, in remarks Friday, reiterated the policy of Kevin Rudd, the party leader she deposed last month.

“This means I will act when the Australian economy is ready and when the Australian people are ready,” the prime minister said.

Gillard, who is seeking a second three-year term for her Labor government at an August 21 parliamentary election, had helped persuade Rudd to abandon plans for carbon trading after the failure of the Copenhagen climate conference in December.

The prime minister also rejected calls from the Greens to impose a carbon levy as an interim measure until a carbon trading was introduced.

The opposition Liberal Party, which has rejected carbon trading out of hand, is committed to what it calls “direct action” on reducing greenhouse gases, with the government paying for pollution reduction measures.

Gillard’s statement means there is effectively little difference between the environmental policies of the two major parties jostling for position ahead of next month’s date with voters.

To try and placate environmentalists, Gillard invited them to be part of a “citizen’s assembly” that would hold a year-long debate about tackling global warming.

“The role of the citizen’s assembly won’t be to become the final arbiter or judge of consensus but to provide and indicate back to the nation the progress of community consensus,” Gillard said.

Environmental lobby group The Australia Institute said setting up a new body to talk about climate change was “bizarre” just weeks away from electing a new parliament.

“We’ll be doing it on Facebook next,” institute head Richard Denniss said.

The Liberal Party’s climate change spokesman described Gillard’s policy statement as “a massive failure of leadership.”

Both major parties are committed to cutting carbon dioxide emissions by 5 per cent on 2000 levels by 2020.

Australia, the world’s largest exporter of coal, is also among the biggest per capita polluters. It has an average output of 20.5 tons of carbon dioxide per person per year, compared with 19.7 tons for the US, 4.5 tons for China and just 1.1 tons for India.

An opinion poll earlier this year showed a loss of interest in global warming, with less than half of respondents considering it a serious problem.

The annual poll conducted by Sydney’s Lowy Institute think tank showed 46 per cent really worried by climate change compared with 68 per cent four years ago.

Thirteen per cent of the more than 1,000 respondents said the science of climate change was still in dispute, up from 7 per cent in 2006 and one-third of respondents in a poll that had a 3-per-cent margin of error said they were not prepared to pay anything to address what Rudd famously called the “greatest moral challenge of our time.”

Isra-Mart srl: Canada and U.S. governments announce funding for carbon capture project

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Natural Resources Canada and the U.S. Department of Energy have announced $5.2 million in new funding for the International Energy Agency (IEA) Greenhouse Gas Weyburn-Midale CO2 Monitoring and Storage Project.

The Government of Canada will contribute $2.2 million, which brings its total contribution for the project to $15.2 million. The investment, announced during the Clean Energy Ministerial meeting in Washington, will support additional CO2 storage research in the final phase of the project.

This unique research will solidify the knowledge of measurement, monitoring and verification of CO2 storage in depleted oil reservoirs. It also aims to demonstrate that CO2 can be stored safely, minimizing the possibility of leakage.

“These investments by our government and the U.S. demonstrate our leadership and expertise in carbon capture and storage technology,” saidsaid Natural Resources Minister Christian Paradis. “This collaborative, world-renowned carbon capture and storage project is reducing greenhouse gas emissions while demonstrating clean energy innovation.”

The IEA’s Greenhouse Gas Weyburn-Midale CO2 Monitoring and Storage Project is taking place in conjunction with one of the largest, fully integrated carbon capture and storage operations in the world.

The CO2 is provided by the Dakota Gasification Company’s coal gasification facility in Beulah, North Dakota, and is pipelined 320 kilometres to Cenovus Energy’s Weyburn and Apache Canada’s Midale oil fields in southeastern Saskatchewan.

This project is the world’s first and largest monitoring site for geological storage of CO2. To date, a record 18 million tonnes of CO2 have been stored in the Weyburn and Midale oil fields in Saskatchewan.

The final phase of the project is expected to be completed in 2011 and will conclude the creation of a best practices manual to guide all aspects of CO2 geological storage projects in depleted oil fields worldwide.

Isra-Mart srl:China’s Carbon Emissions May Reach Peak by 2030, State Researcher Says

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China, the world’s biggest polluter, may see its carbon-dioxide emissions peak around 2030 as the country taps cleaner sources of energy, a researcher at a think tank run by the National Development and Reform Commission said.

Emissions may reach almost 9 billion metric tons in 2030, from about 7 billion tons currently, Jiang Kejun, director of energy and market analysis at the NDRC’s Energy Research Institute, said in an interview in Beijing today.

China has pledged to reduce its carbon-dioxide output per unit of gross domestic product by 40 to 45 percent from 2005 levels by 2020. The country overtook the U.S. as the world’s biggest energy user last year and relies on coal as fuel for 80 percent of its power plants, according to the International Energy Agency.

“The emissions target is not something easy to achieve, but we believe China has the ability to do it,” Jiang said.

China will have to raise the efficiency of burning coal and increase the share of cleaner sources including nuclear power in its energy mix, said Jiang, whose team helped the government draft the 2020 emissions-reduction target.

The nation’s energy consumption may rise to as much as 4.3 billion tons of coal equivalent by 2020, Jiang said, citing data from his institute. That’s equal to about 8.4 billion tons of carbon-dioxide emissions, he said. Energy use was 3.07 billion tons last year, according the National Bureau of Statistics.

To reduce China’s reliance on polluting fossil fuels, the government has been subsidizing renewable energy including wind and solar power. China spent $34.6 billion on clean-fuel projects last year, almost double the $18.6 billion invested by the U.S., estimates from Bloomberg New Energy Finance show.

China may spend about 5 trillion yuan ($738 billion) in the next decade developing cleaner sources of energy, Jiang Bing, head of the National Energy Administration’s planning and development department, said on July 20.

Wednesday, July 28, 2010

ISRA -MART SRL: Confagricoltura avanza richieste e proposte per lo sviluppo delle agrienergie

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Confagricoltura avanza richieste e proposte per lo sviluppo delle agrienergie

FIRENZE. Confagricoltura ha avanzato le sue proposte e richieste in merito alle agrienergie, durante il seminario "Energie da fonti rinnovabili. Il ruolo dell'agricoltura nel piano di azione nazionale e per lo sviluppo sostenibile". In primis dare alle biomasse e al biogas le stesse opportunità delle altre fonti rinnovabili, in particolare dell'eolico e del fotovoltaico, confermando per almeno un triennio gli incentivi attualmente in vigore.

«Purtroppo - ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni - le novità introdotte dalla manovra finanziaria non vanno in questa direzione. Anche se la rivisitazione dell'articolo 45 della manovra riguardante i certificati verdi concede una boccata di ossigeno nel breve periodo, dando priorità alla risoluzione anticipata delle convenzioni relative alle fonti assimilate alle rinnovabili, il provvedimento rimane privo di una logica sistemica, genera incertezza ed apre a possibili destabilizzazioni del mercato dei certificati verdi».

I ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico presenti al seminario rispettivamente con il direttore generale Corrado Clini e capo dipartimento Energia Guido Bortoni hanno preso nota.
Dopo la predisposizione del Piano di azione nazionale (Pan), con cui viene definito il percorso per raggiungere l'obiettivo del 17% di energia da fonti rinnovabili sugli usi finali, l'Italia si appresta a recepire la direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle energie rinnovabili, secondo i principi e criteri direttivi fissati dalla legge comunitaria 2009.

Quindi almeno sul piano normativo le biomasse hanno un ruolo determinante per il raggiungimento degli obiettivi al 2020, ma le potenzialità indicate (circa 9,5 MTep da biomasse utilizzate per la produzione elettrica, per il termico e per i biocarburanti) potrebbero rilevarsi sottostimate rispetto a specifiche filiere come il biogas. Confagricoltura ha riportato le evidenze di uno studio condotto con Nomisma sulle potenzialità di produzione energetica dell'agricoltura italiana, in cui pare ben più ampio il margine di sviluppo del settore che evidenzia un potenziale di 8,3 MTep, al netto del contributo della forestazione. In particolare solo il biogas agricolo al 2020 potrebbe raggiungere una potenza installata di 650-800 MWe a fronte dei 750 MWe previsti dal Pan per tutte le tipologie di biogas.

Per quanto riguarda gli incentivi «occorre un sistema certo e stabile - ha ripreso Vecchioni - che garantisca un'adeguata programmazione degli investimenti. In particolare è necessario stabilire definitivamente il principio che l'incentivo, una volta riconosciuto ad un impianto, rimane fisso per quindici anni, indipendentemente da eventuali revisioni. Così come il fatto che ogni revisione tariffaria si deve applicare dopo 12 mesi dalla sua definizione, limitatamente ai nuovi impianti» ha concluso il presidente di Confagricoltura.

Durante il seminario Confagricoltura ha presentato il suo "decalogo" per lo sviluppo delle agrienergie

• Avere maggiore considerazione per le potenzialità delle biomasse e del biogas e del ruolo che possono rivestire le aziende agricole nella produzione di energia rinnovabile;
• confermare la volontà di promuovere la produzione elettrica nelle aziende agricole con impianti fino ad 1 MW in linea con i criteri di sostenibilità europei, anche al fine favorire la diversificazione economica e la presenza sul territorio delle aziende agricole;
• avere un quadro normativo stabile sull'incentivazione che permetta di programmare gli investimenti nel medio-lungo periodo; innanzitutto dando la possibilità agli operatori di accedere agli incentivi attualmente previsti per la produzione elettrica da biomasse e biogas (tariffa onnicomprensiva di 0,28 €/kwh e coefficiente moltiplicatore di 1,8 per i certificati verdi) per un periodo di almeno tre anni, data la loro recente, ed in alcuni casi parziale, applicazione; poi in caso di revisione degli incentivi prevedere un congruo periodo di tempo per la loro entrata in vigore;
• applicare l'eventuale modifica del regime di incentivazione (certificati verdi, tariffa onnicomprensiva) solo agli impianti entrati in esercizio dopo le modifiche;
• snellire i processi autorizzativi, con particolare riferimento alla generazione distribuita e ammodernamento e potenziamento della rete elettrica di trasmissione e distribuzione;
• effettuare una corretta classificazione delle matrici di origine vegetale ed animale utilizzate nella filiera agroenergetica;
• introdurre forme di sostegno per l'immissione in rete del biometano, atte a superare la mancata competitività economica del gas prodotto da fonte rinnovabile rispetto al gas di origine fossile;
• individuare idonee soluzioni relativamente al sistema di incentivazione per gli impianti a biogas di aziende agricole entrati in esercizio prima del 31 dicembre 2007;
• prevedere regimi di sostegno finalizzati a promuovere l'uso delle biomasse nel settore dei trasporti equamente suddivisi nella filiera;
• ottenere maggiore riconoscimento nell'ambito delle trattative per il rinnovo del Protocollo di Kyoto del ruolo della forestazione e dell'agricoltura nell'assorbimento di CO2.

ISRA -MART SRL: Il programma “tetti freddi” del DOE

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Il programma “tetti freddi” del DOE

Il Department of Energy americano promuove tecnologie semplici e a basso costo per aumentare l’efficienza energetica degli edifici federali, riducendo i consumi di energia per la climatizzazione e le relative emissioni

Annunciata dal Dipartimento dell’Energia americano (DOE) una serie di iniziative che interesseranno gli edifici pubblici federali, e in primo luogo quelli dello stesso DOE, ai fini di una maggiore efficienza energetica. In particolare l’obiettivo è di realizzare sul maggior numero possibile di edifici la tecnica del “tetto freddo”, in modo da ridurre i costi di climatizzazione e le emissioni di gas serra correlate.

La tecnologia del “tetto freddo” è concettualmente molto semplice: prevede di utilizzare coperture di colore chiaro e rivestimenti speciali per riflettere la radiazione solare, riducendo così il calore accumulato dagli edifici. «Rappresenta – ha dichiarato il segretario del DOE, Steven Chu – uno dei modi più rapidi e a basso costo per ridurre le emissioni di carbonio originate dalla climatizzazione degli edifici. Con l’attuazione di questo programma il Governo federale assume un ruolo guida nell’indurre l’intera nazione a ridurre la propria impronta ambientale e a spingerla verso un futuro più sostenibile»

Studi condotti dal Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL) del DOE hanno dimostrato come l’utilizzo della tecnologia dei “tetti freddi” abbia un vasto potenziale di risparmio energetico e come sia un concreto strumento per avvicinare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. Obiettivi che, nel caso degli USA, prevedono di abbattere del 28% le emissioni di gas serra entro il 2020.

ISRA -MART SRL: Dietrofront Libdem: la Gran Bretagna punta su nucleare (privato!) ed eolico

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Dietrofront Libdem: la Gran Bretagna punta su nucleare (privato!) ed eolico

LIVORNO. La marcia indietro sul nucleare di Chris Huhne, il nuovo ministro dell'energia del governo di coalizione britannico conservatore-liberaldemocratico, é clamorosa e scontenterà probabilmente molti elettori "Libdem" da sempre schierati per il no all'energia atomica. Ieri alla Camera dei Comuni Huhne ha detto che «L'energia eolica e l'energia nucleare finanziata dal settore privato sono gli strumenti con i quali il Paese potrebbe evitare la crisi energetica che lo minaccia».

Nella sua relazione annuale sull'energia il ministro liberaldemocratico ha annunciato un'imminente rivoluzione energetica nel Regno Unito: «Come le altre rivoluzioni industriali, la rivoluzione delle basse emissioni di carbonio sarà condotta dagli imprenditori, dal settore privato, dalle comunità locali, dagli individui e dalle iniziative degli scienziati e degli ingegneri, e non dal governo. Attualmente, l'economia Britannica è dipendente dai combustibili fossili. Con il declino della produzione di petrolio e gas nel Regno Unito, siamo maggiormente esposti alla volatilità dei prezzi in un ambiente di concorrenza mondiale accresciuta. Il governo si é impegnato a superare la sfida di realizzare l'energia rinnovabile, a terra e a mare, e di collegare questa energia alle reti nazionali per distribuirla».

Ma ora per Huhne, che ha fatto la sua campagna elettorale sui costi insostenibili delle centrali nucleari, l'energia nucleare é diventata «Una soluzione accettabile, sotto la direzione delle imprese private. L'accordo di coalizione stipula chiaramente che I nuovi impianti nucleari possono proseguire fin tanto che non beneficino di sovvenzioni pubbliche. Il governo si impegna ad eliminare tutti gli ostacoli non necessari agli investimenti nelle nuove centrali nucleari. Sono convinto che le nuove installazioni nucleari avranno il loro ruolo nel rispondere ai nostri bisogni energetici».

Quello di Huhne del nucleare "privato" sembra più un trucco semantico per tenere in piedi la coalizione di governo che non può buttare soldi nel nucleare mentre è alle prese con un deficit pubblico record che ha raggiunto i 153 miliardi di sterline. La sua insistenza sulla rivoluzione a basse emissioni di CO2 che non sarà gestita dal governo fa i conti soprattutto con tagli fino al 40% ai ministeri con la necessità di smantellare e sostituire le obsolete centrali nucleari che stanno raggiungendo o hanno già superato la loro durata di vita, centrali fino ad oggi finanziate dal governo.

Huhne, pur non dicendo più che la colpa è della scelta nucleare-petrolifera, è ancora preoccupato per le difficoltà nel raggiungere l'obiettivo del 15% di rinnovabili entro il 2020: «La parte di energia rinnovabile nella nostra produzione di energia è la terza più bassa dell'Ue, cioè la stesso posto che nel 1997. Sul lungo termine dovremo affrontare le sfide della volatilità del mercato petrolifero e del rialzo delle importazioni di energia. Noi realizziamo tre grandi passi avanti: creare un mercato del risparmio energetico con il Green Deal, assicurare il buon funzionamento del mercato dell'elettricità e aumentare il costo del carbone».

Il Green Deal è il programma centrale del governo di Londra, con investimenti per 90 miliardi di sterline che prevedono prestiti alle famiglie per il risparmio energetico e prestiti agevolati e di lungo periodo agli imprenditori, rimborsabili con le fatture energetiche. Huhne ha detto che sarà difficile mobilitare i capitali di investimento necessari per le nuove infrastrutture energetiche a causa della volatilità dei costi dei combustibili fossili e l'incertezza prolungata su quelli del carbonio che rende questi investimenti molto rischiosi, aumentando i costi e rallentando lo sviluppo: «Conto di contrastare questo fenomeno sostenendo il prezzo del carbonio, pagato per le emissioni di alcuni gas nell'atmosfera». il ministro libdem ha anche annunciato una completa revisione del mercato elettrico britannico e del ruolo dell'autorità di controllo indipendente, l'Ofgem. Inoltre il governo presenterà proposte per la creazione della Green Investment Bank, una banca di investimenti ecologici. Come si vede la mano invisibile del mercato è ben sostenuta da quella visibile dello Stato,

L'industria nucleare incassa il cedimento liberaldemocratico, per tutti ha parlato Graeme Leach, direttore politico dell'Institute of Directors, «Siamo soddisfatti che Chris Huhne abbia indicato chiaramente che i nuovi impianti nucleari giocheranno un ruoloo per rispondere ai bisogni energetici del Regno Unito. Il messaggio delle imprese è senza ambiguità: rispondete al problema della sicurezza energetica e cominciate a rispondere subito. Sarà necessaria un'autorizzazione speciale per la pianificazione di un vasto programma di costruzione di centrali nucleari. E' da troppo tempo che la politica energetica non si è sufficientemente concentrata sulla riduzione dei rischi molto seri di interruzione dell'elettricità entro il presente decennio».

L'opposizione laburista, da sempre nuclearista, tace ma a rompere questo clima di ritrovata concordia nazional-nucleare ci pensa il nuovo outsider della politica britannica, il Green Party che punta al cuore dell'elettorato già deluso dai libdem dopo aver eletto una deputata con i voti dei laburisti. Il portavoce dei Verdi per il commercio e l'industria, Darren Johnson AM, ha scritto a The Guardian per smentire Paul Spence, direttore della strategia del colosso nucleare statale francese Edf (che ha forti interessi in Gran Bretagna), che anticipando Huhne, aveva assicurato che l'industria nucleare era pronta a pagare l'intero costo della dismissione delle vecchie centrali nucleari per realizzarne nuove. «Le sue parole sulla "nostra piena condivisione della gestione delle scorie e i costi di smaltimento" sono state scelte con cura - dice Johnson - Il documento di consultazione rivela che Edf ritiene che la sua quota di questi costi sia di circa il 20 % del totale. Visto che il nostro rapporto "Nuclear Power? No Point!" ha evidenziato lo scorso anno che il nucleare produce solo il 4% dell'energia consumata nel Regno Unito, molta più energia può essere risparmiata attraverso misure di efficienza energetica nelle case e nelle aziende. Concentrarsi sull'industria nucleare richiede molte risorse e allontana la realizzazione di nuovi impianti di energie rinnovabili, che, con una sufficiente volontà politica, potrebbero fornire elettricità più che sufficiente al Regno Unito».

ISRA -MART SRL:Quieres participar en un estudio de prospectiva tecnológica en renovables?

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Quieres participar en un estudio de prospectiva tecnológica en renovables?

El departamento de Prospectiva y Vigilancia Tecnológica del Ciemat, invita a todos los expertos a participar en un estudio que se basa en conocer la opinión de los agentes del sector sobre el desarrollo futuro. Se necesita el mayor numero de participantes para que los resultados reflejen adecuadamente los distintos puntos de vista. El plazo acaba el 5 de agosto.

La carta que nos ha hecho llegar Juan Antonio Cabrera, jefe de la División de Prospectiva y Vigilancia Tecnológica del Centro de Investigaciones Energéticas, Medioambientales y Tecnológicas (Ciemat) dice así:

Estimado/a amigo/a

Como informábamos en un correo anterior, CIEMAT como centro responsable del área de energía dentro de la red de centros que forman OPTI está realizando un estudio de prospectiva en energías renovables para conocer el desarrollo tecnológico alcanzado en nuestro país y los cambios producidos en el sector desde el anterior ejercicio publicado en 1998.

La metodología para el estudio se basa en un cuestionario donde se plantean diversas hipótesis de futuros tecnológicos y una serie de variables que permitan evaluar cuales son los temas que deben considerarse como importantes en función de su mayor impacto y nuestras capacidades para poder abordar su desarrollo. Los temas se refieren al escenario general de evolución del sistema energético, redes y gestión de la energía, eólica, fotovoltaica, solar térmica, biomasa, biocarburantes, integración de renovables en la edificación, geotérmica y marina.

Los resultados de este ejercicio dependen de recibir un número suficiente de respuestas para conocer las opiniones de los diferentes actores del sector.

Como experto en energías renovables le rogamos que participe en este proyecto de prospectiva aportando sus opiniones sobre los temas de su especialidad, para lo cual y, cumpliendo la ley de protección de datos, deberá proceder como sigue:

1. Enviar un correo a robertobayon@opti.org con la palabra encuesta
2. Recibirá las claves de usuario y acceso para el cuestionario que esta en la dirección www.opti.org/encuestas
3. Cumplimentar el cuestionario on-line

Necesitamos recibir sus opiniones antes del próximo 5 de agosto para poder cumplir el calendario fijado y publicar los resultados antes de finales de este año.

Muchas gracias por su colaboración que es fundamental para conseguir el objetivo de identificar cuales son las tendencias tecnologías más relevantes para el futuro del sector de las energías renovables y las actuaciones que deben ponerse en marcha para conseguirlo

ISRA -MART SRL:Industria y el sector fotovoltaico, el serial del verano

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Industria y el sector fotovoltaico, el serial del verano

Parece que se recompone el diálogo tras el fracaso del encuentro del pasado 21 de julio entre el ministro Miguel Sebastián y las asociaciones fotovoltaicas. El sector se reunió ayer por la tarde con el Secretario de Estado de Energía y lo ha vuelto a hacer este martes, también en sesión vespertina en un encuentro cuyo contenido aún no se conoce.

Las asociaciones fotovoltaicas han intuido un cambio de actitud del Ministerio de Industria respecto a la última reunión, aunque el gobierno ha vuelto a resaltar su voluntad de ajustar a corto plazo el mercado fotovoltaico. Desde hace semanas ha dejado claro su propósito de ahorrar 1.000 millones de euros anuales.

En el encuentro de ayer no se abordó uno de los asuntos más delicados, las tarifas a futuro. La pretensión del Ministerio, según expresó el pasado 21 de julio es una reducción del 65% de la tarifa para las instalaciones construidas sobre suelo. Este tema se aparcó a la espera de avanzar en otros como la limitación horaria (el número de horas de producción en la que las plantas fotovoltaicas cobrarían la prima por generar electricidad).

Industria dice que la reducción de horas con derecho al cobro de la prima es innegociable, pero ha admitido que quizá sean escasas las horas computadas en la propuesta realizada, y podría haber una ampliación. En la reunión de la semana pasada planteó 1.250 horas al año para las instalaciones fijas y 1.664 para las que tienen seguidor, es decir las que contiene el Plan de Energías Renovables 2005-2010.

Novedades en el desencuentro
Las posturas entre ambas partes están alejadas, pero en las últimas horas se han producido algunas novedades como el pago diferido. Industria propuso ayer establecer un mecanismo transitorio y excepcional de pago diferido para rebajar la retribución de las instalaciones durante los próximos dos o tres años, recuperándose esta cesión económica posteriormente.

Los representantes del ministerio también fueron receptivos ante el recordatorio de que se han cumplido los doce meses de los que disponían las instalaciones adjudicadas en la primera y segunda convocatoria de 2009 del Registro de Preasignación de Retribución. Quien no hay completado su proyecto, dice la ley, perderá el aval depositado. Según los datos de ASIF, por este camino se podrían recuperar más de 100 millones de euros.

En contra de lo que sucedió en la reunión del 21 de julio, en la que Industria exclamó “no somos la policía”, ayer se mostró dispuesto a identificar a las instalaciones que se acogieron irregularmente al RD 661/2007, y que por ello están cobrando una prima más alta de lo que les corresponde. Incluso mencionó su intención de llevar a los responsables “a la cárcel”. Según los cálculos de las asociaciones fotovoltaicas, en este capítulo se podría estar hablando de recuperar entre 500 y 800 millones de euros anuales.

Ante la ejecución de los avales y la persecución de los irregulares, el “Ministerio es conciente”, dice ASIF en un comunicado enviado a sus socios, “de que las comunidades autónomas tienen la mayoría de las competencias, pero se mostró dispuesto a actuar con firmeza y rapidez para conseguir que los posibles focos de conflicto institucional no eviten que se consigan importantes ahorros a corto plazo”.

Otro de los asuntos aparentemente encauzados pero pendiente de solución es el de la repotenciación de las instalaciones. Se trata de plantas acogidas a tarifas antiguas con equipos adquiridos a precios más baratos por la evolución tecnológica. Industria aseguró que pretende evitarlo, pero no concretó la manera para limitar esa práctica.

ISRA -MART SRL: Alemania supera las 5.000 plantas industriales de biogás

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Alemania supera las 5.000 plantas industriales de biogás

Como ya adelantamos en enero en este mismo portal, se confirma la goleada: Alemania, 5.000; España, 5. El resultado procede de comparar el número de plantas de biogás industrial que tiene uno y otro país. La información la confirma y recoge el último boletín Noticias del Exterior, del MARM, y parte de la Asociación Alemana del Biogás, que pronostica que pueden cerrar 2010 con 5.700 plantas y 2.200 MW.

En enero de este año, la asociación homónima española (Aebig) aportaba la comparación de 5.000 plantas a 5, a favor de Alemania frente a España, para presentar el estado del biogás industrial en nuestro país y reclamar mejoras administrativas y legislativas. Ahora, el boletín Noticias del Exterior, del Ministerio de Medio Ambiente y Medio Rural y Marino (MARM), ha dado a conocer los datos oficiales aportados por la Fachverband Biogas (FvB), nombre original de la asociación alemana, que confirman que durante el año pasado aumentó considerablemente el número de plantas en explotaciones agrarias y en la actualidad hay más de 5.000 con una potencia que supera los 2.000 MW instalados.

La FvB señala que en 2009 entraron en funcionamiento más de 1.000 nuevas plantas, que equivalen a 500 MW. Y la tendencia no se ha frenado, ya que estiman que para finales de este año podrían contarse un total de 5.700 instalaciones y alcanzar los 2.200 MW. La asociación alemana también constata que en 2009 la producción media de las plantas bajó, debido probablemente a que el sector agrario utilizó cantidades importantes de estiércol de origen animal en los digestores. La explicación está en que los agricultores alemanes se benefician del cobro de una bonificación adicional que asciende a unos 4 céntimos/Kwh con el aprovechamiento de este tipo de sustrato, gratificación introducida en la Ley Alemana de Energías Renovables para incentivar el aprovechamiento de productos de deshecho y residuales.

Se dispara el cultivo de maíz destinado a plantas de biogás
El boletín del MARM también se hace eco de que para que se mantenga el buen funcionamiento de las plantas de biogás que emplean heces de origen animal es imprescindible, en general, el uso de cantidades importantes de maíz, lo que ha influido considerablemente en las decisiones de siembra de los agricultores alemanes para el año en curso. Según recientes encuestas sobre la siembra realizada durante esta primavera, este año la superficie destinada para este fin ha aumentado en un 12%, ascendiendo a 1,86 millones de hectáreas,

Según la FvB, Baja Sajonia y Baviera son los estados federados con la mayor producción de biogás. A finales del año pasado había en el primer estado 950 instalaciones de biogás con una potencia de 439 MW, mientras que en Baviera ascendía a 1.691 plantas con 424 MW. A estos dos estados les siguen, a mucha distancia, Baden-Wurttemberg y Mecklemburgo-Antepomerania con 612 y 258 instalaciones, respectivamente.

ISRA -MART SRL:Usa: i Dipartimenti Difesa ed Energia collaborano sulle rinnovabili

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Usa: i Dipartimenti Difesa ed Energia collaborano sulle rinnovabili

Le due agenzie statunitensi lavoreranno insieme per ridurre la vulnerabilità dell’esercito Usa in tema di rifornimenti energetici. Al centro dell’intesa, fonti alternative, smart grid e sistemi di stoccaggio all’avanguardia

Nel corso del Forum sulla Sicurezza Energetica tenutosi ieri alla Casa Bianca, il vicesegretario del DOE Daniel Poneman ha annunciato la firma di un Memorandum of Understanding (MOU) tra il proprio dipartimento e quello della Difesa voluto per accelerare l’innovazione in tema di energie pulite. Al centro dell’intesa la comune convinzione che i militari americani mostrino ancora una certa vulnerabilità in tema di rifornimenti di carburante, traducibile in costi aggiuntivi, rischio personale e una minore flessibilità operativa. Per superare l’ostacolo entrambe le agenzie si sono impegnate ad incrementare l’efficienza e la distribuzione dei combustibili attraverso la generazione in loco di energia rinnovabile.
“Il Dipartimento dell’Energia e il Dipartimento della Difesa condividono la visione di un futuro energetico sicuro che ci fornisca una solida base per lavorare insieme su tali questioni”, ha affermato il vice segretario Poneman. “Lavorando insieme, possiamo accelerare la transizione verso un’economia ‘green’, contribuendo nel contempo proteggere le nostre truppe. Costruire un futuro di ‘energia nuova’ è la cosa giusta da fare per rafforzare la sicurezza nazionale, promuovere la prosperità economica, e migliorare il nostro ambiente”.
Il Memorandum d’intesa, firmato dal Vice Segretario Poneman e il vicesegretario alla Difesa William Lynn, comprende gli sforzi nei settori dell’efficienza energetica e idrica, delle fonti rinnovabili, dei combustibili alternativi, delle tecnologie di trasporto e delle infrastrutture di rifornimento così come la sicurezza della rete, le smart grid, i sistemi di stoccaggio e la ricerca scientifica.

ISRA -MART SRL: AWEA, per l'eolico Usa male il secondo trimestre 2010

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AWEA, per l'eolico Usa male il secondo trimestre 2010

Poche istallazioni e pochi MW eolici. Questo quanto emerge dal bilancio della lobby statunitense del vento sul secondo trimestre 2010, con la speranza che i numeri facciano adottare presto standard energetici e di riduzione delle emissioni più ambiziosi

I dati dell’eolico statunitense in riferimento al secondo trimestre 2010 sono stati pubblicati e da subito si nota la differenza. Nel puntuale rapporto dell’AWEA (American Wind Energy Association) risulta evidente che nei mesi di aprile, maggio e giugno l’incremento registrato (700 MW) abbia valori decisamente più bassi rispetto allo stesso periodo degli anni 2008 e 2009 specificando che, fino ad oggi, sono stati istallati 1239 MW eolici, il 71% in meno rispetto l’ultimo anno. Una crescita minima dovuta probabilmente alla lenta realizzazione delle strutture e al ritardo del manifatturiero che ha portato alla realizzazione di due soli impianti per il 2010, contro i 5 realizzati nel medesimo periodo del 2009 e i 7 contati nel 2008.
Sean Garren, avvocato dell’American Environment, ha così commentato i dati pubblicati: “Negli ultimi anni l’industria eolica, insieme con le altre industrie di energia rinnovabile, è stato un punto luminoso in un’economia altrimenti spenta. L’annuncio di oggi dall’American Wind Energy Association dovrebbe essere un campanello di allarme per il Senato che le industrie energetiche pulite necessitano di una politica che fornisca certezze per il futuro. L’America ha bisogno di una strategia a lungo termine per la creazione di una economia verde che serva a scongiurare gli effetti peggiori del riscaldamento globale, interrompere la nostra dipendenza da petrolio e creare centinaia di migliaia di posti di lavoro nei settori legati all’energia pulita”.
L’avvocato ha poi concluso: “Nei passati quattro mesi abbiamo visto disastri dopo disastri correlati alla nostra dipendenza da carbone e petrolio, dal collasso delle miniere alle fuoriuscite di greggio alle ondate di calore da record. Per troppo tempo il nostro sistema energetico è stato orientato verso fonti sporche e pericolose come carbone, atomo e petrolio, ma nonostante gli accadimenti ci ricordino in maniera costante quanto ci costi questo sistema ancora non trasformato il modo di generare e utilizzare l’energia. È giunto il tempo che il Senato segua la House passando nuovi standard energetici che necessitano che i nostri impianti elettrici ottengano più energia da risorse pulite e rinnovabili come il vento e l’energia solare”.
“Chiediamo con fermezza al Senato di includere standard energetici rinnovabili significativi all’interno della legislazione energetica che verrà introdotta questa settimana. Standard più concreti faranno dell’America un vero concorrente nella gara internazionale per aumentare gli impieghi derivanti dall’energia pulita”.

ISRA -MART SRL: ReMedia: la gestione dei RAEE è arrivata a 100mila tonnellate

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ReMedia: la gestione dei RAEE è arrivata a 100mila tonnellate

Bene la raccolta straordinaria dei RAEE a Milano ma sono i dati a livello nazionale che devono crescere. Grazie al decreto Uno contro Uno la raccolta è destinata ad aumentare

ReMedia, Consorzio per la raccolta dei RAEE, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, dal 24 gennaio 2008 si occupa della gestione di tali prodotti in maniera sostenibile e oggi è pronto a fare il punto della situazione. Il primo semestre del 2010 si è chiuso oltrepassando le 100.000 tonnellate di rifiuti elettronici domestici, raccolti dalla data di inizio dell’attività di ritiro in Italia. Nello specifico si parla di 25 milioni di prodotti ritirati dalle isole ecologiche, quindi una media di uno per famiglia.
In occasione della raccolta straordinaria di tv e monitor avvenuta in collaborazione con Amsa ReMedia pubblica i numeri del successo: sono oltre 338 tonnellate di vecchi televisori e monitor sono state raccolte nelle riciclerie di Amsa e presso i punti di raccolta straordinari organizzati in tutti i quartieri di Milano nel periodo 15 maggio – 30 giugno 2010, con un +92% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
Tornando alla situazione a livello nazionale, invece, nel solo semestre di inizio anno nel 2010 sono state raccolte 26mila tonnellate di RAEE: la regione più virtuosa si è rivelata la Lombardia con 5.383 tonnellate con Milano in testa con poco meno di 2 tonnellate raccolte. Meno virtuosa la Valle D‘Aosta con solo 70 kg raccolti mentre il Lazio si posiziona al quinto gradino della classifica con oltre 2.380 tonnellate con una Roma che fa registrate risultati importanti: 1.884 tonnellate di RAEE raccolti.
Per quanto riguarda il procapite i documenti diffusi da ReMedia parlano di un rapporto chilogrammi-abitante alto in Trentino Alto Adige, seguito dall’Umbria, dalla Sardegna quasi ex equo con il Piemonte e Emilia Romagna. Si registra invece una bassa raccolta pro-capite nelle regioni Puglia, Sicilia e Valle D’Aosta.
Attualmente i RAEE non possono essere smaltiti come normali rifiuti bensì devono essere trasportati fino alle isole ecologiche dove vengono catalogati e classificati per procedere al corretto smaltimento e riciclo. Dallo scorso 18 giugno data dell’entrata in vigore del decreto Uno contro Uno è inoltre possibile consegnare al negoziante al momento dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico il vecchio in disuso a titolo completamente gratuito. Grazie a questa pratica virtuosa il numero dei RAEE raccolti crescerà in maniera esponenziale garantendo il normale trattamento.

ISRA-MART SRL: L’auto elettrica si guadagna l’appoggio del governo britannico

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L’auto elettrica si guadagna l’appoggio del governo britannico

Il Segretario ai Trasporti UK, Philip Hammond, ha confermato oggi che gli automobilisti riceveranno, a partire da gennaio 2011, fino a 5.000 sterline per l’acquisto di una vettura low-carbon

Anche il Regno Unito dice sì alla mobilità elettrica e lo fa varando un piano di sussidi nazionali che ne incentivino l’acquisto. L’iniziativa è stata annunciata oggi dal Dipartimento dei Trasporti spiegando come la coalizione di governo si impegnerà con uno stanziamento di 43 milioni di sterline (oltre 60 milioni di euro) per i prossimi 18 mesi; la cifra sarà destinata agli automobilisti britannici intenzionati ad acquistare un mezzo di trasporto più “green”.
Il Segretario ai Trasporti Philip Hammond ha definito i dettagli del piano: a partire da gennaio 2011 a marzo 2012, i cittadini che vorranno acquistare una vettura a basse emissioni di carbonio riceveranno fino a 5.000 sterline, che attualmente coprono circa il 25% della spesa per questo tipo di auto. “Stiamo inviando un segnale chiaro, – ha dichiarato Hammond – che la Gran Bretagna è aperta al business ed è impegnata a rendere più ecologica la propria economia. Tutto ciò assicurerà che il Regno Unito divenga leader mondiale nei veicoli a basse emissioni. Rivedremo il livello dell’incentivo regolarmente per garantire che il Paese resti competitivo e che i contribuenti spendano bene il denaro. La prima revisione avverrà nel gennaio 2012, a quel punto imposteremo il livello per gli anni successivi”.
“Le automobili elettriche – ha concluso il Segretario – sono divertenti da guidare ed essenziali per soddisfare i nostri obiettivi climatici. Ecco perché abbiamo bisogno di un massiccio aumento del loro numero sulle nostre strade”. Nonostante la smentita arrivata dallo stesso dipartimento, l’importo stabilito sembrerebbe però inferiore a quello preventivato dal precedente governo laburista, che aveva peraltro esteso la copertura finanziaria a 5 anni.

ISRA -MART SRL: Confagricoltura: “Maggiore tutela per l’agroenergia”

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Confagricoltura: “Maggiore tutela per l’agroenergia”

Tra le richieste avanzate dalla Confederazione degli agricoltori, proroga degli incentivi per i prossimi tre anni, semplificazione dei processi autorizzativi e una maggiore considerazione delle potenzialità delle biomasse e del biogas per il raggiungimento degli obiettivi del 2020

(Rinnovabili.it) – Una maggiore considerazione per le potenzialità delle biomasse e del biogas e per il ruolo che possono rivestire le aziende agricole nella produzione di energia rinnovabile. Sono queste alcune delle priorità per la filiera dell’agroenergia indicate oggi nel corso del seminario Energie da fonti rinnovabili. Il ruolo dell’agricoltura nel piano di azione nazionale e per lo sviluppo sostenibile da Confagricoltura. La Confederazione generale dell’agricoltura ha voluto rimarcare l’importanza di continuare a sostenere almeno per un altro triennio tutto il comparto, garantendo un adeguato sistema di incentivi, come accade per altre fonti rinnovabili quali eolico e fotovoltaico.
Il seminario di oggi è stato anche l’occasione per comunicare i dati di uno studio Confagricoltura-Nomisma sulle potenzialità di produzione energetica dell’agricoltura italiana. Tutto il comparto, secondo queste rilevazioni, sarebbe in grado di garantire un tasso di crescita ben superiore a quello indicato per il raggiungimento degli obiettivi del 2020, ovvero circa 9,5 MTep da biomasse utilizzate per la produzione elettrica, per il termico e per i biocarburanti. Il margine di sviluppo del settore sarebbe molto più ampio, con un potenziale di 8,3 MTep, al netto del contributo della forestazione. In particolare solo il biogas agricolo al 2020 potrebbe raggiungere una potenza installata di 650-800 MWe a fronte dei 750 MWe previsti dal PAN per tutte le tipologie di biogas.
Confagricoltura ha quindi ribadito la necessità di rendere “certo e stabile il sistema di incentivi per garantire un’adeguata programmazione degli investimenti”. In particolare la Confederazione degli agricoltori ha chiesto di garantire agli operatori l’accesso agli incentivi attualmente previsti per la produzione elettrica da biomasse e biogas (tariffa onnicomprensiva di 0,28 €/kWh e coefficiente moltiplicatore di 1,8 per i certificati verdi) per un periodo di almeno tre anni. Tra le azioni prioritarie da mettere in campo per sostenere lo sviluppo di tutta la filiera agroenergetica anche una semplificazione dei processi autorizzativi e forme di sostegno per l’immissione in rete del biometano.

ISRA-MART SRL: L’ambiente urbano italiano sotto la lente dell’Istat

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L’ambiente urbano italiano sotto la lente dell’Istat

Pubblicata oggi l’indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica Indicatori Ambientali Urbani 2009. Buono l’andamento dei dati sulla qualità dell’aria e sull’utilizzo delle fonti rinnovabili nei 116 Comuni monitorati
rapporto Istat sugli Indicatori Ambientali Urbani

Sono stati diffusi questa mattina i dati della rilevazione compiuta dall’Istat sugli Indicatori Ambientali Urbani relativi al 2009. Un’indagine con la quale l’istituto di statistica ha fotografato la condizione ambientale complessiva del nostro Paese, analizzando i dati relativi alla qualità dell’aria e all’inquinamento atmosferico, all’inquinamento acustico, ai trasporti, al verde urbano, alla produzione e alla raccolta dei rifiuti, alle risorse idriche e al settore energetico. Un complesso lavoro di indagine e di analisi che ha coinvolto oltre agli uffici di statistica comunali anche molte altre istituzioni su tutto il territorio. In particolare sono stati presi in esame i dati riferiti a 116 capoluoghi di provincia in cui risiede il 29,8% della popolazione totale del Paese (quasi 18 milioni di persone).
Ciò che emerge dall’indagine Indicatori Ambientali Urbani è una condizione in lieve miglioramento per alcuni indicatori ambientali in Italia. Nel 2009, per determinati fattori, è stata registrata una riduzione della pressione esercitata dalle attività umane sull’ambiente. Lo scorso anno è stato rilevato un buon andamento per il numero medio di superamenti del valore limite del PM10, per i rifiuti urbani raccolti (-1,5%) e per il consumo domestico di acqua (-0,7%). Un andamento positivo in termini generali è stato valutato anche per la raccolta differenziata (la quale rappresenta il 30,4% della produzione di rifiuti urbani) che è salita di quasi due punti percentuali. Meno incoraggianti, invece, sono stati altri dati significativi che riguardano i trasporti e la mobilità urbana. Tra gli indicatori che hanno presentato andamenti sfavorevoli, l’Istat ha segnalato l’aumento dei motocicli per mille abitanti (+3,9%) il tasso di motorizzazione (+0,4%), nonché la riduzione della domanda di trasporto pubblico (-0,7%).
Nel 2009 è aumentato anche il numero di Comuni che hanno messo in atto gli interventi di tutela ambientale. Rovigo, Siena e Oristano, ad esempio, hanno esteso il servizio di raccolta differenziata al totale della popolazione residente, mentre le amministrazioni comunali di Cosenza e Trapani si sono dotate di centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria. I Comuni che più di tutti hanno dimostrato di essere rispettosi delle compatibilità ambientali (calcolate grazie a parametri che tengono conto di tutti i principali indicatori di cause generatrici di pressioni ambientali e di risposte da parte delle autorità) sono stati, però, nel 2009 Trento, Venezia, Bologna e Foggia. La maglia nera, invece, è toccata a quattro comuni delle Isole: Siracusa, Iglesias, Olbia e Catania.

Energia L’indagine Indicatori Ambientali Urbani si è anche concentrata sull’analisi del comparto energetico. Nel 2009 l’Istat ha rilevato un’attenzione sempre crescente delle amministrazioni comunali verso le problematiche connesse ai consumi energetici, con un investimento crescente in fonti energetiche pulite. Varie amministrazioni hanno predisposto in misura crescente forme di teleriscaldamento, facendo passare il numero dei Comuni in cui era presente una rete di teleriscaldamento dagli otto del 2000 ai 28 del 2009, con 5 comuni in più rispetto al 2008. Ottimi gli andamenti anche delle altre fonti energetiche alternative come il solare termico e il fotovoltaico che si sarebbero diffuse in Italia indipendentemente dalla collocazione geografica dei Comuni. In particolare, per il solare termico, i metri quadri installati ogni 1.000 abitanti sugli edifici comunali sono passati da 0,01 m2 nel 2000 a 0,7 m2 nel 2009, con un incremento del 57,1% rispetto al 2008. Contemporaneamente il numero di Comuni che dichiara di installarli è passato da 3 nel 2000 a 59 nel 2009.
Per ciò che riguarda, invece, il fotovoltaico, nel 2009 ben 69 comuni su 116 oggetto della rilevazione, hanno dichiarato di ricorre all’impiego di tale tecnologia: attualmente la potenza media installata sugli edifici comunali è arrivata a 0,5 kW ogni 1000 abitanti, mentre nel 2000 tale potenza media era praticamente nulla e un solo comune dichiarava di utilizzare pannelli fotovoltaici sui propri edifici. Nel 2009 il Piano Energetico Comunale – PEC (ovvero il Piano che i Comuni superiori a 50.000 abitanti devono predisporre per individuare le linee di indirizzo strategico nel settore dell’Energia e verificare l’esistenza delle condizioni e delle risorse per la loro attuazione) risultata essere stato approvato in 43 comuni, 25 al Nord e 8 al Centro e 10 al Sud. Una situazione che, nel complesso, è migliorata sia rispetto al 2008 che al 2000, quando il numero dei Comuni risultava rispettivamente pari a 40 (tre in meno) e 17 (26 in meno).

Tuesday, July 27, 2010

ISRA-MART SRL: El Gobierno de Estados Unidos concede incentivos a Iberdrola Renovables por 170 millones de dólares

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El Gobierno de Estados Unidos concede incentivos a Iberdrola Renovables por 170 millones de dólares

Es el mayor entregado de los fondos de estímulo a las energías renovables por la inversión realizada en el parque eólico de Cayuga Ridge por la compañía, que ya ha recibido 867 millones de dólares (671 millones de euros) mediante este tipo de incentivos, concedidos en efectivo por el Departamento del Tesoro estadounidense a las inversiones, en el marco de la Ley de Estímulo de la Economía.

Los 170 millones de dólares (131 millones de euros), según anuncia la empresa, serán reinvertidos íntegramente en el desarrollo de otros proyectos renovables en el país, y le permitirán consolidar su apuesta por Estados Unidos, un mercado clave en su estrategia de crecimiento futuro.

El parque de Cayuga Ridge es una de las instalaciones eólicas más grandes del mundo, con 300 MW de potencia instalada. Está situado en el estado de Illinois, al sur de la ciudad de Chicago, junto a las localidades de Odell y Emington, y en su puesta en marcha han trabajado más de 300 personas.

Iberdrola Renovables se ha asegurado la rentabilidad de este proyecto eólico para los próximos 20 años, a través de un contrato a largo plazo con la empresa norteamericana Valley Authority (TVA), acuerdo que le garantiza la rentabilidad de toda la producción de energía de este parque durante ese periodo.

La filial estadounidense de la empresa se ha convertido en el segundo operador eólico del país, con presencia en 23 estados, cuenta con una capacidad instalada de 3.877 MW, repartida entre 41 parques eólicos, y tiene otros 850 MW actualmente en construcción.

ISRA-MART SRL: Industria distingue entre “ocho tecnologías termosolares”

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Industria distingue entre “ocho tecnologías termosolares”


La propuesta de Real Decreto preparada por el gobierno para instalaciones termosolares las divide en ocho grupos atendiendo a sus características tecnológicas. De esa clasificación y de las horas equivalentes de funcionamiento dependerá la percepción económica que recibirán por producir electricidad.

El texto elaborado por el Ministerio de Industria, al que ha tenido acceso Energías Renovables, comienza por definir el “número de horas equivalentes de funcionamiento de una instalación de producción de energía eléctrica como el cociente entre la producción neta anual en kWh y la potencia nominal de la instalación en kW”.

De acuerdo a esa división las horas equivalentes de referencia anuales oscilan entre las 4.000 de la tecnología de cilindro parabólico con almacenamiento de 9 horas y las 2.350 de la tecnología Stirling. Y así hasta completar las ocho categorías establecidas por Industria (ver cuadro adjunto).

La Comisión Nacional de la Energía (CNE) será el organismo encargado de publicar la metodología de cómputo de horas de funcionamiento y el procedimiento de devolución de las cantidades percibidas por encima de las horas equivalentes de referencia. Para el cálculo de las horas de cada planta y, en su caso, del conjunto de las instalaciones de la misma tecnología, se considerará la energía efectivamente inyectada a la red en el conjunto del sistema eléctrico.

Las primas, un año después
Las instalaciones termosolares, según la propuesta del gobierno, tendrán derecho a percibir la cuantía correspondiente a la prima de acuerdo a la opción de venta elegida. Según establece el RD 661/2007 hay dos posibilidades para la retribución de la energía eléctrica producida en régimen especial. La primera es ceder la electricidad al sistema y percibir por ella una tarifa regulada, siempre la misma. Y la segunda, vender la electricidad en el mercado. En este caso el precio de la venta será el que resulte en el mercado organizado o el negociado por el titular de la instalación, complementado por una prima.

En la práctica el propietario de la instalación no podrá elegir hasta un año después de la puesta en funcionamiento. La propuesta elaborada por el Ministerio de Industria incluye una disposición adicional según la cual “las instalaciones de tecnología solar termoeléctrica acogidas al Real Decreto 661/2007, de 25 de mayo, deberán vender su energía neta, de acuerdo con la opción a) del artículo 24.1, durante los primeros doce meses completos posteriores a la fecha de acta de puesta en servicio definitiva”. Ese artículo obliga a “ceder la electricidad al sistema a través de la red de transporte o distribución, percibiendo por ella una tarifa regulada, única para todos los períodos de programación, expresada en céntimos de euro por kilovatio-hora.”

Esta disposición afectará no sólo a las instalaciones nuevas, sino también a las que tienen un acta de puesta en servicio definitiva anterior al nuevo real decreto. Le afectará de forma automática a partir del primer día del mes siguiente de la entrada en vigor de la norma.

El gobierno, además, ha decidido retrasar hasta 2014 las revisiones de las tarifas, primas y límites superior e inferior para las instalaciones termosolares acogidas al RD 661/2007 y aquellas de potencia superior a 50 MW cuya retribución estuviera vinculada. Según es RD 661/2007 en 2010 toca una revisión, que se aplazaría cuatro años.

Por último, se posibilita a los titulares de instalaciones que ya están inscritas en el registro de preasignación de retribución a recuperar su aval si deciden no ejecutar el proyecto. Para ello disponen de tres meses desde la entrada en vigor del nuevo real decreto. Además, se establecen los requisitos para el cambio de titularidad.

ISRA-MART SRL: Assotermica e Assolterm: "No ai tagli alle detrazioni del 55%"

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Assotermica e Assolterm: "No ai tagli alle detrazioni del 55%"

Le due associazioni di categoria hanno inviato oggi una lettera aperta al Governo con la quale chiedono che non vengano tagliate le detrazioni fiscali del 55% per solare termico e generatori di calore a condensazione

(Rinnovabili.it) –I presidenti di Assolterm – Associazione Italiana Solare Termico – e Assotermica – Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici – hanno inviato oggi al Governo una lettera aperta con la quale chiedono di mantenere le detrazioni fiscali del 55% per il solare termico e i generatori di calore a condensazione. Nella lettera inviata all’attenzione della Presidenza del Consiglio e ai responsabili dei Ministeri dello Sviluppo Economico e Finanze, le due associazioni di categoria ribadiscono la necessità di confermare, almeno nel breve termine, le misure d’incentivazione fiscale per non scoraggiare un mercato che si è rivelato particolarmente fiorente negli ultimi anni. “Se opportunamente sostenuto con misure di incentivazione adeguate, come la detrazione del 55%, introdotta dalla legge finanziaria 2007 – si legge in una nota ufficiale – a fronte di un investimento contenuto nel breve e medio termine, il settore del solare termico potrebbe raggiungere nel 2020 il traguardo di 1m2 installato per abitante, apportando numerosi benefici, diretti e indiretti, all’economia del nostro Paese”.
Benefici che, secondo le due associazioni, si tradurrebbero da qui al 2020 in un indotto occupazionale capace di offrire lavoro a circa 150.000 addetti a tempo pieno. L’intero comparto, inoltre, sarebbe in grado di contribuire in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi del 2020, grazie a una crescita media annua del 35% fino a raggiungere nel 2020 un totale installato di 42 GW termici con un risparmio di 3,6 Mtep, pari al 25% dell’obiettivo complessivo al 2020 sulle rinnovabili. I presidenti di Assolterm, Sergio D’Alessandris, e di Assotermica, Paola Ferroli, nel chiedere al Governo che venga confermata la detrazione del 55% hanno evidenziato anche come “il settore potrebbe in questo modo contribuire significativamente allo sviluppo della green economy italiana, creando una filiera industriale, innovazione tecnologica e nuova imprenditorialità”.
Le due associazioni hanno ribadito la necessità di non tagliare gli incentivi per non “far mancare la misura principale che ha permesso di attenuare gli effetti della crisi, e per permettere ai cittadini, di conseguire risparmi significativi”. L’obiettivo è quello di “permettere al mercato di sviluppare pienamente il proprio potenziale e potersi auto sostenere, contribuendo allo sviluppo economico, occupazionale, tecnologico e ambientale del nostro Paese”. I vertici delle due associazioni si augurano, in questo modo che “il meccanismo delle detrazioni fiscali del 55% possa essere la base per l’elaborazione di eventuali nuovi sistemi di incentivazione più articolati e ottimizzati”.

ISRA-MART SRL: "Fonti Alternative", l'Associazione per la sostenibilità fa il punto

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"Fonti Alternative", l'Associazione per la sostenibilità fa il punto

Un workshop sulle rinnovabili per delinearne il panorama e gli obiettivi. Il SAFE lo ha organizzato rivelando che con 12.000 Mtep le rinnovabili coprono il 12% della domanda mondiale di energia fornendo biogas, biomasse, rifiuti, e biocarburanti

(Rinnovabili.it) – Con 12.000 Mtep le rinnovabili coprono il 12% della domanda mondiale di energia fornendo biogas, biomasse, rifiuti, e biocarburanti (bioetanolo e biocarburanti). “Se invece consideriamo la produzione di energia elettrica, i numeri e le proporzioni cambiano un po’ – ha detto Chiulli – le Fonti di Energia Rinnovabile (FER) forniscono infatti un contributo del 18% con circa 3500 TWh, di cui la maggior parte proviene dal settore idroelettrico”.
Facendo riferimento al territorio europeo la produzione di energia verde ha toccato il 15%, spinta anche dagli obiettivi definiti dall’Unione Europea che puntano alla produzione di 1000 TWh entro il 2020. “Nel 2009 – ha fatto notare il Presidente Safe durante il workshop svoltosi stamane – la produzione da FER in Italia, in linea con il trend europeo, ha coperto il 18% del consumo interno lordo di elettricità di cui il 72% è costituito dall’energia idroelettrica, il 10% da biomasse e rifiuti biodegradabili, il 9% dall’eolico, l’8% dal geotermico e l’1% dal solare”. Chiulli ha poi proseguito “Appaiono però necessarie una Strategia Energetica Nazionale che faccia chiarezza su obiettivi e strumenti in una prospettiva di lungo termine; un contesto normativo stabile e prevedibile che consenta agli operatori una corretta pianificazione e adeguata remunerazione degli investimenti; degli interventi di potenziamento della rete elettrica ed uno sviluppo della ricerca tecnologica”.
Al workshop è intervenuto Stefano Conti, Direttore Affari Istituzionali Terna soffermandosi sulla necessità e sull’importanza dell’autorizzazione unica regionale per gli impianti e sulla connessione degli stessi alla rete dichiarando: “I 120mila MW che hanno concordato con Terna la soluzione di connessione costituiscono un’opportunità per il Paese che non è ben gestita poiché il sistema si blocca nella fase autorizzativa presso le Regioni” sottolineando la necessità della semplificazione degli iter di realizzazione degli impianti.
Sul PAN, i Piano di Azione Nazionale, si è invece soffermato Gerardo Montanino, Direttore Divisione Operativa GSE fornendo parte dei dati contenuti nel PAN, che verrà consegnato a fine luglio a Bruxelles per definire gli obiettivi di settore e le misure da adottare prevedendo un aumento dell’eolico che passerà da 3525 a 16.000 MW.

ISRA-MART SRL: Genesis Energy punta ad istallare 600 MW eolici

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Genesis Energy punta ad istallare 600 MW eolici

La neozelandese Genesis Energy punta ad incrementare la propria produzione di energia rinnovabile. L’eolico da 600 MW destinato alla parte nord dell’isola, se realizzato, entrerà in funzione nel 2015

(Rinnovabili.it) – La compagnia elettrica neozelandese Genesis Energy ha proposto la realizzazione di un impianto eolico da 600 MW presso Castle Hill, nel nord dell’isola, grazie a una serie di accordi con 27 proprietari terrieri del luogo, possessori nel complesso di 30mila ettari; nel dettaglio quattromila ettari del totale risultano adatti alla nuova istallazione che, da una potenza inizialmente stimata a 400 MW, è stata alzata a 600 MW visto le potenzialità dei siti.
Il chief executive della società, Albert Brantley, ha dichiarato: “La Genesis Energy ha l’obiettivo di sviluppare una nuova generazione di impianti per rinnovabili che dimostri forti performance sostenibili. Abbiamo l’obiettivo di costruire 300 MW di energia rinnovabile di nuova generazione entro il 2015. Tuttavia, come ogni affare commerciale, ci concentreremo su ogni progetto che si dimostrerà economicamente sostenibile”.
Qualora andasse in porto il progetto della Genisis verrebbe costruito in più fasi con lo scopo di raggiungere almeno i 300 MW nel 2015. Le certificazioni di consenso, da consegnarsi entro il 2011 per la realizzazione del progetto, conterranno anche i dettagli dell’impianto come la potenza delle turbine, il layout del sito, la gestione delle attività e una completa e attenta valutazione degli effetti ambientali che tale realizzazione potrebbe determinare.

ISRA-MART SRL: Peggiora l’inquinamento atmosferico in Cina

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Peggiora l’inquinamento atmosferico in Cina

Aumenta ancora lo smog cinese a causa della ripresa economica che preme l’acceleratore sul comparto edilizio ed industriale. Ma per il Ministero della Protezione ambientale la colpa va anche delle continue tempeste di sabbia

(Rinnovabili.it) – Per la popolosa Cina non ci sono buone nuove sul fronte inquinamento atmosferico. Complici l’aumento dei progetti e delle costruzioni industriali e il maggior numero di auto circolanti, per la prima volta dal 2005, quest’anno i livelli di smog urbano hanno registrato un’impennata che fa subito suonare il campanello di allarme della Chinese Research Academy. Il Ministero della Protezione Ambientale ha rilevato, infatti, che il numero di giorni con una “buona qualità dell’aria” in 113 grandi città della nazione si è ridotto di 0,3 punti percentuali nei primi sei mesi del 2010.
Il governo però punta il dito non solo sul fattore industriale e sul parco auto: responsabili di questo inaspettato peggioramento dell’aria sarebbero anche le numerose tempeste di sabbia che stanno investendo gran parte del settentrione. Tao Detian, portavoce del Ministero, ha illustrato la situazione spiegando che nonostante alcuni miglioramenti, la Cina si trova ancora di fronte ad una “grave situazione nella lotta contro l’inquinamento”. E allo smog si aggiungono corsi d’acqua contaminati per oltre un quarto del totale e continue piogge acide. Nelle 443 città monitorate del ministero, 189 hanno sofferto di precipitazioni dannose nel primo semestre dell’anno.

ISRA-MART SRL: Argilla per la nuova generazione di plastiche ecologiche

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Argilla per la nuova generazione di plastiche ecologiche

Alcuni scienziati hanno documentato la convalida della scoperta della prima organo-argilla a basso costo da impiegare nella produzione di bioplastiche

(Rinnovabili.it) – Se oggi la parola argilla evoca facilmente la produzione di ceramica, in un futuro prossimo l’associazione potrebbe essere invece con la plastica ecologica. Ad aprire la strada qualche tempo fa era stato anche lo studio nipponico di Takuzo Aida. Ora la statunitense Miriam Rafailovich insieme ad alcuni colleghi ha valutato:http://pubs.acs.org/stoken/presspac/presspac/full/10.1021/ma100669g le potenzialità nella produzione polimerica di un’argilla organofila sviluppata e brevettata dal gruppo di ricerca del professor David Abecassis. Come spiegano gli stessi scienziati, queste organofile trattate con amine quaternarie possiedono una grande capacità: rendere, anche se aggiunte in piccole quantità, le materie plastiche più robuste e più resistenti al fuoco e ai danni da raggi ultravioletti o prodotti chimici. I ricercatori hanno testato le capacità dell’organo-argilla che sfrutta nella sua composizione il resorcinolo difenil-fosfato come ritardante di fiamma e ne hanno valutato la termostabilità e l’economicità di produzione. Il materiale in polvere costituirebbe un sostituto più sicuro per la salute umana, reperibile in grande quantità e maggiormente ecocompatibile rispetto ai composti tradizionalmente utilizzato nella produzione di materiali nanocompositi.
Inoltre a differenza della maggior parte di organofile a base di ammine quaternarie questa si adatta perfettamente alla materie plastiche in stirene.

ISRA-MART SRL: Ecodom, mai così bene il riciclo dei RAEE

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Ecodom, mai così bene il riciclo dei RAEE

Il suo impegno ha portato, solo nel 2009, a raccogliere 76.000 tonnellate di RAEE e riciclare ben 65.000 tonnellate di materiali. Sono gli ottimi risultati raggiunti da Ecodom, il consorzio italiano che recupera e dà nuova vita ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche grazie a un mix di alta tecnologia e innovazione messe a servizio dell’ambiente
riciclo

Il loro corretto smaltimento può evitare di disperdere nell’ambiente sostanze altamente inquinanti e permettere di recuperare materiali da destinare a un nuovo ciclo di vita. Sono i RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che vengono raccolti e trattati in modo specifico da consorzi come Ecodom – Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici. Ad un mese dall’entrata in vigore del Decreto Uno contro Uno, abbiamo intervistato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom, per capire a che punto è l’Italia nella raccolta e nello smaltimento di queste apparecchiature e quali saranno gli obiettivi per i prossimi anni.

Sofia Capone: Ecodom è stato costituito nel 2004 su base volontaria dai principali produttori di grandi elettrodomestici. In quasi sei anni di attività avete raggiunto risultati importanti. Come è nata l’idea di fondare questo consorzio e quali sono state le sue tappe di sviluppo più importanti?

Giorgio Arienti: Il Decreto Legislativo 25 luglio 2005 n. 151 prevede che la gestione dei RAEE storici provenienti dai nuclei domestici debba avvenire in forma collettiva. I produttori devono quindi associarsi ad un Sistema Collettivo. Ad oggi si contano in Italia quindici Sistemi Collettivi, differenti per numero di aziende produttrici aderenti, per quota di mercato rappresentata, per forma giuridica e per tipologia di RAEE trattati. I più importanti produttori di elettrodomestici operanti nel mercato italiano si sono mossi in anticipo rispetto al Decreto 151: già alla fine del 2004, infatti, in vista del recepimento in Italia della Direttiva Europea 2002/96, hanno dato vita a Ecodom. La specializzazione nel trattamento dei grandi bianchi e degli scalda acqua è stata diretta conseguenza della volontà del Consorzio di focalizzare la propria expertise, garantendo la qualità del trattamento e l’efficienza operativa nella gestione dei RAEE. Questa volontà è stata espressa in modo chiaro nella mission di Ecodom: “coniugare l’eccellenza nella tutela dell’ambiente con l’efficienza nei processi di trattamento dei RAEE”. Attualmente Ecodom ha 34 consorziati, che rappresentano una quota di mercato del 61% per il Raggruppamento R1 (frigoriferi, climatizzatori, scalda-acqua) e del 67% per R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe). Per quanto riguarda i RAEE dei Raggruppamenti R1 e R2, perseguire l’eccellenza nella tutela dell’ambiente significa ottenere significative riduzioni delle emissioni clima-alteranti, di quelle ozono-lesive nonché dell’energia necessaria all’ottenimento delle materie prime. A causa dei ritardi nell’emanazione dei Decreti attuativi previsti dal D. Lgs. 151 /2005, l’operatività di Ecodom (così come quella di tutti gli altri Sistemi Collettivi italiani) ha avuto inizio il 1° gennaio 2008. Sempre nel 2008 Ecodom ha gestito 30.500 tonnellate di RAEE, che sono diventate 76.000 nel 2009 (pari a quasi il 40 %, in termini di peso, di tutti i RAEE prodotti in Italia); la previsione per il 2010 è pari a oltre 90.000 tonnellate.

Giorgio Arienti, EcodomS.C.: Ingegner Arienti cosa produce, invece, uno smaltimento non corretto dei RAEE?
G.A.: Un trattamento non corretto, oltre al mancato riciclo delle materie prime (vetro, plastiche e metalli come ferro, rame, acciaio, ghisa e alluminio) causa la dispersione di sostanze con un forte impatto ambientale. È il caso dei clorofluorocarburi (CFC) e degli idroclorofluorocarburi (HCFC), gas ozono-lesivi presenti nei circuiti refrigeranti e nelle schiume isolanti dei frigoriferi, congelatori e condizionatori di vecchia generazione, ma anche dei condensatori, degli interruttori al mercurio e delle componenti cromate contenuti in gran parte degli elettrodomestici più comuni.

S.C.: Da due anni avete introdotto per la prima volta in Italia una procedura di audit per il monitoraggio delle performance ambientali degli impianti di trattamento dei RAEE. Di che cosa si tratta?
G.A.: I RAEE del Raggruppamento R1 (frigoriferi, condizionatori e scaldacqua), hanno una più alta criticità in termini d’impatto ambientale, perché durante le operazioni di trasporto, stoccaggio e soprattutto di trattamento possono rilasciare in atmosfera gas ozono-lesivi (CFC-HCFC). Per questo fin dall’inizio Ecodom ha ritenuto indispensabile selezionare gli impianti di trattamento di R1 non solo in base a valutazioni economiche, ma soprattutto verificandone la capacità di rispettare quanto richiesto dalla Legge in tema di estrazione e smaltimento dei gas ozono-lesivi. Nella primavera 2008 il Consorzio ha dunque messo a punto una rigorosa procedura di misurazione della “qualità” del trattamento dei RAEE – audit – in accordo con le metodologie sviluppate dalla società svizzera Roos+Partner AG per conto di WEEE Forum (l’organismo che raggruppa i quaranta più importanti Sistemi Collettivi europei), di CECED (Associazione Europea Produttori di Elettrodomestici) e EERA (Associazione Europea delle Imprese di Trattamento) e già utilizzate in molti Paesi europei. Nel 2008 ha sottoposto a audit 14 impianti di trattamento italiani (12 fornitori di Ecodom più altri 2 interessati a verificare le proprie performance in vista di una futura collaborazione con il Consorzio).

S.C.: Quali sono state le fasi di questa misurazione e quali risultati ha prodotto?
G.A.: Presso ciascun impianto sono state misurate le quantità di gas estratto dal circuito refrigerante (su un lotto di 100 frigoriferi) e di gas estratto dalle schiume isolanti (su un lotto di 1000 frigoriferi). Mentre nella fase di estrazione del gas dal circuito refrigerante non si sono riscontrate criticità particolari, nell’estrazione del gas dalle schiume i risultati ottenuti nel primo audit non sono stati troppo positivi: rispetto a un massimo teorico di circa 85 grammi di CFC per ogni kg di schiuma, il miglior impianto italiano ha raggiunto i 40 grammi, il peggiore meno di 10 grammi e la media si è attestata sui 20 grammi per kg di schiuma. Per il 2009 Ecodom ha quindi assegnato come obiettivo a tutti i propri fornitori il raggiungimento della migliore performance ottenuta nell’audit 2008: 40 grammi di CFC per kg di schiuma, come evidenziato nel seguente grafico. Inoltre, per verificare quanto CFC è effettivamente presente nei frigoriferi italiani a fine vita, Ecodom ha fatto trattare un lotto di 1000 frigoriferi provenienti da tutta l’Italia ad un impianto estero, in grado di superare il target di 76,5 grammi di CFC per kg di schiuma (ovvero il 90% degli 85 g di CFC teoricamente presenti). Nel test effettuato sui frigoriferi “italiani” tale impianto ha recuperato circa 66 grammi di CFC per kg di schiuma, cioè il 65% in più di quanto ottenuto dal miglior impianto italiano nell’audit del 2008. Per il 2010 Ecodom ha quindi assegnato come obiettivo da raggiungere a tutti gli impianti dei propri fornitori il recupero di 60 grammi di CFC per kg di schiuma.lavorazione dei RAEE di Ecodom

S.C.: Dopo una fase di sperimentazione nel 2009, avete annunciato che entro quest’anno tutti gli impianti che collaborano con Ecodom adotteranno il RepTool, un software per il calcolo e il monitoraggio dei risultati di riciclo e recupero dei RAEE. Come funziona RepTool e perché è considerato un innovativo strumento di reportistica?
G.A.: Il WEEE Forum, l’organismo costituito dai più importanti Sistemi Collettivi che si occupano della gestione dei RAEE in Europa, ha sviluppato RepTool, un software web-based per il calcolo e il monitoraggio dei risultati di riciclo e recupero dei RAEE ottenuti dagli impianti di trattamento. Il raggiungimento di livelli di riciclo e di recupero energetico (espressi in percentuale sul peso dei rifiuti trattati) specifici per ciascuna tipologia di RAEE, è infatti un obbligo previsto dalla Direttiva Europea 96/2002. RepTool rappresenta dunque un innovativo strumento di reportistica perché si avvale di una modalità univoca per il calcolo delle percentuali di riciclo e recupero, attraverso una comune definizione dei processi e classificazione delle tecnologie utilizzate. Grazie a RepTool sono state analizzate e descritte le diverse metodologie di trattamento dei RAEE, elencando in maniera esaustiva le possibili frazioni in output e i loro utilizzi finali (riciclo, recupero di energia, smaltimento ecc.). RepTool rende confrontabili tra loro non solo i risultati ottenuti dai diversi impianti, ma anche quelli ottenuti dai Sistemi Collettivi che lo utilizzano. Se fosse adottato da tutti gli Stati membri, potrebbe permettere di rendicontare alle autorità comunitarie i risultati del trattamento in modo omogeneo; attualmente già sedici Sistemi Collettivi in Europa utilizzano RepTool.

S.C.: Avete da poco presentato il vostro secondo rapporto di sostenibilità ambientale. Qual è il bilancio che si sente di fare guardando ai dati che avete raccolto?
G.A.: L’edizione 2009 del Rapporto di Sostenibilità di Ecodom si caratterizza per una maggiore aderenza agli standard internazionali di riferimento, le linee guida della Global Reporting Iniziative (GRI), e quindi per un aumento degli indicatori di performance considerati. Abbiamo cercato di rendicontare in modo trasparente, rigoroso e completo la nostra attività sia dal punto di vista ambientale, che da quello economico, che da quello sociale. Questo ci ha permesso di allinearci ai criteri di misurabilità adottati a livello internazionale e renderci così confrontabili con le realtà più virtuose del settore. Tra i dati più significativi ci sono quelli relativi al riciclo: dalle 76.000 tonnellate di RAEE trattate sono state riciclate oltre 65.000 tonnellate di materiali, di cui quasi 50.000 tonnellate di ferro (pari alla struttura del Golden Gate di San Francisco), 2.500 tonnellate di alluminio (quantità necessaria alla realizzazione di circa 180 milioni di lattine), quasi 1.500 tonnellate di rame (pari a 1.000 km di canali per tetti) e 7.000 tonnellate di plastica (con le quali si potrebbero realizzare 2 milioni di sedie da giardino). L’utilizzo di queste materie prime riciclate ha comportato un risparmio energetico pari a 1.450.000 GJ, pari al consumo elettrico annuo di circa 100.000 famiglie. Un altro dato significativo è il bilancio complessivo delle emissioni da gas serra, calcolato paragonando le emissioni che si avrebbero nei seguenti due scenari: produzione di materie prime ex novo e abbandono dei RAEE senza alcun trattamento o corretto trattamento dei RAEE con produzione di materie prime seconde e intercettazione dei gas clima-alteranti. Il secondo scenario rappresenta l’attività svolta da Ecodom. Dal bilancio risulta che nel 2009 Ecodom ha complessivamente evitato emissioni per circa 1.396.000 tonnellate di CO2. In altri termini, il beneficio derivante dal trattamento dei RAEE effettuato da Ecodom nel 2009 equivale alla potenziale creazione di un bosco grande quanto l’intera provincia di Milano.

Trattamento Raee EcodomS.C.: Lo scorso 18 giugno è entrato in vigore il decreto “Uno Contro Uno”. Quali sono stati i primi risultati in termini economici ed ambientali dell’applicazione di questo decreto?
G.A.: L’entrata in vigore dell’obbligo di ritiro 1 contro 1 da parte dei negozianti è certamente un fatto importante, sia perché offre ai cittadini un’ulteriore modalità per attuare un comportamento ambientalmente corretto, sia perché completa anche in Italia la costruzione di un modello virtuoso che ha già dimostrato in molti altri Paesi europei la sua efficacia. Al momento, tuttavia, è ancora presto per qualsiasi valutazione in merito: credo che occorrerà attendere la fine del 2010 prima di poter iniziare a capire benefici, criticità e prospettive di questa nuova modalità di raccolta dei RAE.